Vaccini in farmacia, fumata nera. E adesso ai medici mancano le dosi

Incontro in Regione con dottori e farmacisti per cercare di aumentare il numero delle inoculazioni. Non c’è però l’accordo economico. Fimmg: "Abbiamo bisogno di un supporto organizzativo"

Vaccini

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Perugia, 28 aprile 2021 - Farmacisti, medici di famiglia e Regione: fumata nera. Qualche giorno fa il commissario per il Covid in Umbria, Massimo D’Angelo, aveva ipotizzato un accordo proprio per snellire la macchina della vaccinazione per ciò che riguarda conviventi e caregiver di alcune categorie "fragili" e dei sessantenni. Un’intesa tra dottori e farmacisti per migliorare l’organizzazione e efficientare la macchina delle somministrazioni. E invece almeno per adesso non se ne fa nulla.

A latitare prima di tutto sono le fiale, ma c’è anche un quadro economico che non soddisfa nessuna delle due categorie. I medici percepiscono 8 euro a vaccino e la cifra dovrebbe essere la stessa per le farmacie. Ma è chiaro che una somministrazione "in comune" significherebbe dividere quell’importo. Sia Federfarma che Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) ritengono però di non poter rientrare nelle spese con quegli 8 euro. Per questo ieri, pur con toni cordiali e costruttivi, si è deciso di rimandare il tutto a data da destinarsi.

«Il problema principale è la mancanza di vaccini – affermano sia il presidente umbro di Federfarma, Augusto Luciani, che quello di Perugia, Silvia Pagliacci presenti alla riunione di ieri –. Da parte nostra abbiamo rinnovato la disponibilità a vaccinare a cominciare dal 3 maggio e potremmo farlo con qualsiasi tipo di preparato: sia esso Pfizer, Moderna, Johnson o Astrazeneca. Ma il nodo da sciogliere resta quella della disponibilità di scorte che al momento è limitata".

"Abbiamo pensato anche noi ad una evntuale collaborazione con i farmacisti per alcune fasce di età, a cominciare da quella compresa tra 60 e 69 anni – spiega Leandro Pesca, segretario provinciale di Perugia della Fimmg –. Abbiamo chiesto a più riprese alla Regione di fornirci un supporto organizzativo, mettendo a disposizione personale di segreteria o un supporto da parte delle Aft: la gestione della vaccinazione dei 70-79 enni e degli 80enni a domicilio è stata particolarmente problematica per questi motivi. E per questo abbiamo ipotizzato una collaborazione con le farmacie. Certo – conferma Pesca – il problema principale è quello della mancanza dei vaccini: al momento non abbiamo dosi di Astrazeneca e tra poco dobbiamo cominciare i richiami sia di questo preparato che di Moderna e anche questo è carente... ".

Detto che in settimana è previsto l’arrivo di 35mila dosi, anche il commissario D’Angelo conferma che il problema principale è quello dei rifornimenti. "E’ il motivo principale per il quale abbiamo deciso di continuare a vaccinare i settantenni con i medici. Un vaccine day anche per loro? Purtroppo non ci sono al momento dosi disponibili, il nodo è sempre questo...". Al momento nella fascia 70-79 anni sono stati vaccinati 30.594 persone, pari al 37,5% del totale (80mila), mentre sono quasi 70mila gli ultra 80enni.