Umbria Jazz, incassi record: 400mila presenze

Arbore: "Mai vista tanta gente a Perugia"

Venduti trentacinquemila biglietti

Venduti trentacinquemila biglietti

Perugia, 23 luglio 2018 – Ha superato se stessa (anche il successo del 2015) e ogni più rosea previsione: Umbria Jazz 2018 verrà ricordata nella storia del festival come l’edizione dei record. 35mila paganti, 1.450.000 euro di incasso tra biglietti e merchandising (cresciuto del 65 per cento), 500 artisti, 250 eventi, molti dei quali gratuiti, oltre 400mila presenze.

A snocciolare cifre e statistiche con aria comprensibilmente soddisfatta è il vicepresidente della Fondazione Stefano Mazzoni che, riferendosi a pubblico e incassi dice: "Si sono rivelati il nostro main sponsor".

Insomma "un grande risultato – fa notare l’assessore regionale Fernanda Cecchini – proprio nell’anno in cui la kermesse è stata oggetto di una legge che la definisce manifestazione di interesse nazionale".

"Ci permettiamo di dire anche internazionale" le fa eco Renzo Arbore che della Fondazione UJ è presidente oltre che primo estimatore. "In questi giorni – aggiunge – ho fatto una bella scorpacciata di pelle nera, che di questi tempi, per me che sono un jazzista, è merce rara...Grazie UJ! Mai vista così tanta gente a Perugia".

Quindi il ‘testimone-microfono’ passa all’inossidabile e instancabile direttore artistico Carlo Pagnotta che, dopo i ringraziamenti agli sponsor, Conad in primis, fa notare però certe anomalie della Circolare Gabrielli ("Nulla da rimproverare alle forze dell’ordine che la devono applicare...") che finiva con il lasciare vuoti solo gli spazi sotto i palchi dei concerti gratuiti. "I recinti non servono" sottolinea. Dei concerti straordinari, a partire dall’evento Quincy Jones fino ad arrivare a David Byrne passando dai Massive Attack, Pagnotta non sottolinea altro. Loda la Umbria Jazz Orchestra, "straordinaria grazie al lavoro fatto da Morbidini", l’amico silenzioso ma sempre presente Paolo Occhiuto e il coordinatore Stefano Lazzeri, "che a dicembre avrà parecchio da fare visto che dovrà anche allattare il bambino che è in arrivo".

Non evita però l’unica ‘nota stonata’ di questa trionfale edizione: "Chiedo scusa per i Chainsmokers – dice –, mi hanno fregato. A me piace la musica e non il rumore... però i fuochi d’artificio erano belli – ironizza sul duo costato 300mila euro a fronte di soli 2000 paganti –. A Bologna avevano fatto 13.000 ingressi. Dobbiamo stare attenti. Questo ci insegna che Umbria Jazz deve fare Umbria Jazz...".

Donatella Miliani