Umbria “arancione“, ma il traffico non cala

Nessuna variazione di rilievo dopo le ordinanze regionali e l’ultimo Dpcm. La mobilità di uomini e mezzi di poco inferiore a quella di gennaio

Migration

di Michele Nucci

La mobilità all’interno dell’Umbria da quando la regione è entrata in zona arancione si è ridotta in modo trascurabile rispetto a quando eravamo in fascia gialla o addirittura liberi di muoverci senza limiti. I dati che si estrapolano dal sito web di City Analytics (soluzione di Enel X per pianificare i servizi in base alla domanda effettiva mediante la raccolta, lo studio e l’elaborazione dei Big Data), raccontano infatti che a partire dall’11 novembre (giorno in cui è entrato in vigore il Dpcm che ha reso l’Umbria "arancione") le variazioni dei movimenti rispetto alla settimana precedente sono state minime.

Ad esempio il primo giorno sono calate del 7%, poi del 5% ma in generale in queste due settimane le differenze sono state davvero contenute e mediamente contenute mentro i 5 punti. Le variazioni più marcate si notano invece nei fine settimana, quando cioè scatta la chiusura dei centri commerciali. E’ noto che nei periodi tardo autunnali e in inverno queste strutture sono metà di molte famiglie e di giovani per trascorrere un po’ di tempo libero. Così ad esempio nel week end tra 14 e 15 novembre la mobilità è scesa in doppia cifra (-15 e -36%), e anche la settimana si è attestata su valori simili rispetto sempre ai sabati e domeniche in cui l’Umbria era zona gialla.

Anche il confronto con i mesi di gennaio e febbraio (quando non c’era alcuna restrizione e la pandemia non era nella mente di nessuno), mostra che in questi giorni di parziale lockdown il traffico e il movimento di persone non è variato moltissimo: al massimo ci sono differenze del 10%, ma che in media si attestano sul 5-7 per cento. Discorso diverso se il metro di paragone diventa invece marzo e aprile, quando cioè è scattato il lockdown indiscriminato per tutti e in tutto il Paese: rispetto a quei due mesi infatti l’incremento è quasi sempre superiore ai cento punti percentuali, a dimostrazione che attualmente la situazione è molto diversa.

Ma anche rispetto al periodo di riapertura delle scuole la movimentazione di mezzi e uomini non risulta ora così contenuta, segnale – secondo gli esperti - che a pesare non poco è anche lo smart working adottato da molti enti pubblici e da numerose aziende.

E di nuovo appare scarsa la correlazione tra lo smog e il lockdown: i valori infatti come accaduto la scorsa primavera sembrano dipendere sostanzialmente dalle condizioni climatiche. Così il pm 10 è risalito in maniera prepotente durante la settimana di nebbia e alta pressione (dall’8 al 12 novembre ad esempio), mentre è piombato a picco non appena è arrivata la pioggia e la tramontana. Insomma ancora una volta il traffico pesa in maniera davvero irrilevante sull’inquinamento atmosferico: in una regione come l’Umbria questo è ormai un dato acclarato.