UJ l’edizione più faticosa, "E la sciamana..."

Il festival va in archivio con numeri prevedibilmente bassi. "Ma con un segnale di ripresa lanciato" e il ’sassolino’ di Pagnotta alla Pastorelli

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di Donatella Miliani

Ottomila paganti e quasi 300mila euro di incasso (superati i previsti 250mila) a fronte di una spesa per gli artisti di 370mila euro, somma più bassa degli iniziali 600mila a fronte però delle defezioni di vari musicisti. Sono queste le cifre con cui va in archivio l’edizione 2021 di Umbria Jazz, quella più difficile e faticosa che, ancora a causa della pandemia, ha dovuto fare a meno della sua ’anima’ più caratterizzante. Quell’atmosfera unica che la sezione degli eventi gratuiti sa creare nel centro storico di Perugia, tanto amata dai perugini, dai turisti e dagli stessi artisti. Importante comunque, su questo sono tutti d’accordo, il segnale di ripresa lanciato dopo lo stop forzato dell’estate scorsa.

Il ritorno del festival con i suoi soliti dieci giorni è valutato con soddifsazione dal presidente della Fondazione UJ Gian Luca Laurenzi che punta l’attenzione sul "contribuito anche alla ripresa del mondo del lavoro dello spettacolo, fermo da un anno e mezzo, con oltre 300 persone dello staff e i quasi 350 musicisti in programma". Sottolineata pure la rassegna dedicata alle Orchestre italiane al Morlacchi e la sinergia con il Conservatorio di Perugia, nonché la seconda edizione di UJ4KIDS (27 iniziative con oltre 3000 persone ed il coinvolgimento di 500 tra musicisti, docenti e allievi). Evidenziato inoltre come il festival abbia dato l’opportunità a molte aziende del territorio di riprendere l’attività lavorativa ferma da mesi (quasi 70 con circa 600 persone coinvolte direttamente nell’organizzazione dell’evento).

"Sapevamo che sarebbe stato difficile – dice Laurenzi – ma abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo per dire noi ci siamo". Laurenzi ricorda poi lo sforzo fatto dall’organizzazione in termini di sicurezza e prevenzione dei contagi. "Oltre 2mila i tamponi eseguiti a tutto il personale coinvolto e agli artisti, ogni 72 ore, con il rispetto delle norme di sicurezza che hanno permesso di individuare e isolare subito i positivi". Congratulazioni all’organizzazione dal sindaco Andrea Romizi: "per l’impegno messo dal festival in un momento tanto complesso.

Era una scommessa da affrontare, che ha consentito ad una comunità di riprendere e conquistare spazi di vita normale". Meno ’appagato’ il direttore artistico di UJ Carlo Pagnotta, che fa notare l’alta qualità del programma e dei suoi protagonisti "ma il pubblico è stato poco perché la gente non gira e ha ancora paura. Col senno del poi potevamo risparmiarci l’Arena Santa Giuliana". Pagnotta coglie quindi l’occasione per togliersi un noioso ’sassolino’ legato alla richiesta avanzata dalla "Sciamana – il riferimento è a Clara Pastorelli di FdI ndr –, assessore allo sport e al commercio di Perugia, di una cauzione di 300mila euro per il Santa Giuliana...". A Pagnotta, che tra le righe rimanda al Comune di Perugia socio della Fondazione UJ, Romizi risponde da sindaco ’difendendo’ l’operato degli amministratori e ricordando "che la situazione è stato però risolta nel giro di pochi minuti insieme al presidente Laurenzi".