Ucciso a coltellate, 12 anni all’assassino

Delitto nel centro di Umbertide: la decisione della Corte d’Assise di Perugia nei confronti di Hassane Bouskour

I carabinieri davanti alla casa del delitto

I carabinieri davanti alla casa del delitto

Perugia, 21 gennaio 2022 -  Dodici anni e quattro mesi di carcere. Una provvisionale di 50mila alle parti civili. L’espulsione dall’Italia non appena la condanna sarà espiata. E’ questa la decisione della Corte d’Assise di Perugia nei confronti di Hassane Bouskour, 42 anni, di origini marocchine, accusato di aver ucciso il connazionale Abdeltif Hachiche, boscaiolo di 35 anni.

L’omicidio si consumò nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2020, in un appartamento di via Roma, a Umbertide. La sentenza è stata letta ieri mattina dal presidente Carla Giangamboni, dopo la camera di consiglio. Il pubblico ministero, Giuseppe Petrazzini, aveva chiesto 22 anni e sei mesi, mentre la parte civile, sostenuta dall’avvocato Pasquale Perticaro, la condanna secondo giustizia e 900mila euro come risarcimento. L’avvocato Franco Libori, che ha difeso Bouksour, aveva chiesto la non punibilità per legittima difesa e in subordine la colpa per l’eccesso di legittima difesa. La Corte d’Assise ha escluso l’aggravante prevista dall’articolo 61 comma 1 del codice penale che prevede gli "abietti o futili motivi". Questo ha permesso all’imputato di beneficiare del rito abbreviato e dello “sconto” di un terzo della pena.  

Il litigio era avvenuto nell’appartamento di via Roma dove Bouskour ospitava Hachiche dal giorno precedente. I due erano in compagnia della fidanzata di Bouskour (condannato anche per le lesioni nei confonti della donna) e avevano iniziato a bere sin dall’inizio del pomeriggio. Nella tarda serata, poi, gli apprezzamenti del boscaiolo nei confronti della ragazza: la gelosia sarebbe, infatti, uno dei moventi dell’omicidio. La gelosia e un debito di poche decine di euro tra i due, le ragioni che sarebbero alla base di quella notte maledetta. Bouskour, secondo quando accertato in Corte d’Assise, ha colpito il boscaiolo a coltellate e con un mattarello. In aula l’imputato, nel corso dell’esame davanti ai giudici, aveva sottolineato: "Mi ha colpito prima lui con il bastone, poi ci siamo azzuffati. Anche io l’ho colpito col bastone, ma ero sopraffatto da lui e allora ho cercato il coltello. L’ho colpito, avevo paura, non mi rendevo conto. Ho cercato ogni mezzo per difendermi". Da qui la richiesta dell’avvocato Libori della non punibilità per legittima difesa. "E’ stata riconosciuta l’esclusione dell’aggravante degli abietti e futili motivi e quindi la pena è potuta essere ridotta - sottilenea l’avvocato Libori -, come previsto dal rito abbreviato, strada che con il mio assistito avevamo deciso di percorrere. Ho intenzione di presentare ricorso in Corte d’Appello e chiedere una riduzione della pena, continuando a sostenere che Bouksour ha agito per legittima difesa".