Maria Rosa con il Grifo nel cuore: 'giovanissima' tifosa di 87 anni

La ‘nonna’ del Perugia non salta un match sugli spalti del Curi

Maria Rosa, 87 anni sugli spalti del «Curi»

Maria Rosa, 87 anni sugli spalti del «Curi»

Perugia, 23 aprile 2018 - Sale con calma le scale del Curi, poi si ferma a metà: «Che fatica, ma per il mio Grifo lo faccio volentieri». Maria Rosa Pietrelli ha 87 anni ed è la «nonna» del Perugia. Nonna sì, ma «giovanissima» nell’entusiasmo con cui tifa per la propria squadra del cuore. Una che non si spaventa a partire da casa e raggiungere lo stadio.

«Aspetti che metto la sciarpa biancorossa. Ora sono pronta per questo derby», sorride mentre riprende a salire. Racconta di una passione nata con Franco Vannini e capitan Pierluigi Frosio. Proseguita con i gol di Paolo Rossi e il vulcanico Luciano Gaucci. Dal 1981 a oggi ha seguito quasi tutte le partite. Sugli spalti, sempre. Anche fuori casa. Una storia d’amore incredibile, un atto di fedeltà pura che si ripete ogni domenica. E adesso la «ragazzina» quasi novantenne ha un debole per Samuel Di Carmine e Alberto Cerri. «Per me il derby va vissuto allo stadio, non potevo mancare».

Pian di Massiano si colora di biancorosso già da mezzogiorno. Ci sono tifosi storici ma anche tante famiglie con i bambini. Spopolano le magliette degli attaccanti, spuntano vecchie glorie sulla schiena: dal mitico numero 8 di Renato Curi a Milan Rapajc, da Nakata a Ravanelli. Anche Lorenzo Alberti e il figlio Alessandro indossano i colori del Grifo. Vengono da Citerna. «Seguiamo il Perugia, è un amore che nasce da lontano – spiegano –, faremo sentire la nostra voce». Lo stadio si riempie, saranno 13.696 gli spettatori. Laura Rossi mostra con orgoglio una t-shirt con scritto «Unico grande amore». «Perchè è così – confida –. Da bimba venivo allo stadio con mio padre». Anche Alessandro è tifoso, ma ha una partita diversa da vincere: «Abbiamo organizzato una raccolta-fondi per aiutare mio cugino Luca, 43 anni, sostenitore del Grifo, che si trova a Bangkok in coma per un’emorragia cerebrale. Vogliamo farlo tornare qui e salvargli la vita». In bocca al lupo.