"Per fortuna il terremoto di magnitudo 5,7 che si è verificato questa mattina ad una distanza di circa 30 km di distanza dalla costa marchigiana è avvenuto in mare. Si è evitata una tragedia: se pensiamo che il terremoto di Amatrice, che ha provocato 299 vittime, è stato di un’intensità pari a 6,1 di magnitudo, ci rendiamo meglio conto di quanto il mare abbia attutito il fenomeno. Non si sono elevate onde anomale, quindi i danni quasi sicuramente saranno molto più limitati di quelli che avrebbe provocato un terremoto su terraferma, in considerazione anche della forte densità dei nostri centri abitati, su ogni parte del territorio italiano. Il cono di propagazione avrebbe investito una grande area, considerato che si è sentito anche in Umbria, fino alla Toscana, all’Emilia e all’ Abruzzo". Massimo Mariani, figura di riferimento nella sismica internazionale e di recente nominato nel Comitato scientifico del Centro europeo per la prevenzione e la previsione dei terremoti, fa il punto sui fenomeni sismici in generale e invita a riflettere sul tema della prevenzione. Ingegnere, in Umbria possiamo stare tranquilli? Ci saranno sciami? "Questa risposta ce la darà l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). In ogni caso sembra improbabile, sia per la distanza che per le correlazioni, che sono state individuate nel piano sismico nazionale con la mappatura delle faglie attive. Il nostro territorio nazionale, con l’Umbria tra le prime posizioni, registra 15mila -20mila terremoti l’anno. Purtroppo ci accorgiamo di questa nostra vulnerabilità solo a fenomeno avvertito. E’ umano dimenticare le negatività, però questo ci dovrebbe far continuare a prevenire i danni sui nostri edifici e sulle nostre infrastrutture". La sua esperienza in materia di prevenzione e consolidamento cosa insegna? "Oggi le tecniche acquisite permettono di prevenire i danni. Però non mi sembra sia stato preso troppo sul serio il ricorso al Sisma bonus... si è preferito pensare all’Ecobonus, molto più pratico. Nei comitati scientifici ai quali ho partecipato ho mostrato la possibilità di “inscatolare“ gli edifici dall’esterno e di migliorare le resistenze al sisma, senza fare evacuare le persone, anche perché questa operazione è comunque complessa e traumatica (è difficile far uscire dalle case i terremotati dopo il sisma). Nella nostra Umbria ci saranno altri terremoti, ma a Norcia (che per la parte degli edifici civili è intatta nonostante abbia subito 9 sismi tra 5 e 6.5, di cui l’ultimo nelle sue vicinanze) non si sono contate vittime perché le ricostruzioni e i consolidamenti successivi ai sismi del 1859, 1979, 1997 e 2009 hanno avuto successo". L’ingegneria sismica dunque può vincere? " Ricordo che la nostra ingegneria proviene da una tradizione scientifica e tecnica importante in Italia e nel mondo (Sisto Mastrodicasa è stato il precursore) e contiene tutto l’ambito tecnico che si è prodotto nel campo della conservazione (architetti, geologi, geometri e periti industriali). Dei morti dell’ultimo terremoto in Italia centrale, non ce n’è stato nenanche uno a Norcia: abbiamo già vinto". Silvia Angelici