"Quasi duemila pratiche di prevenzione protocollate, 1800 storie dolorose dal ‘96 ad oggi. Da quella coppia che per ristrutturare casa è finita poi nel gorgo della burocrazia, a chi si è indebitato per malattia. L’ultimo direttivo ha deliberato e accolto la fideiussione per una famiglia composta da tre persone invalide". Roberta Bernasconi è una delle tre dipendenti della Fondazione Umbria contro l’usura onlus. Lei e le sue colleghe sono alle prese con casi drammatici, consce le storie di persone che non riescono ad andare avanti, perché sommerse dai debiti.
"La Fondazione – spiega Bernasconi – agisce su tre filoni: a scopo preventivo rilasciamo garanzie fideiussorie per persone indebitate che non hanno più accesso al credito, poi assistiamo le vittime dell’usura e da quando è presidente il magistrato Cardella facciamo anche un‘operazione di promozione alla legalità con campagne informative. Tutti i danari che garantiamo nei confronti delle banche non sono a fondo perduto, serve dunque la capacità di rimborso.Il lockdown - prosegue - non ha toccato gli stipendi dei dipendenti pubblici. Le entrate dei commercianti, degli artigiani e dei piccoli imprenditori sì. In questo periodo sono state tantissime le pratiche per sospendere il pagamento delle rate dei mutui in essere a favore di questa categoria". Nel campionario delle persone che si sono rivolte alla Fondazione c’è anche un uomo che è finito negli ingranaggi della ludopatia. "Per statuto - avverte Bernasconi - non possiamo intervenire in merito ai debiti da gioco, ma in questo caso è stato possibile perché il lavoratore, che nel frattempo era stato licenziato e lasciato dalla moglie (aveva sottratto soldi dagli incassi della ditta) ha iniziato un percorso di cura e di riabilitazione, che lo ha ha poi messo in contatto con la Fondazione. Ha estinto il debito di gioco grazie a prestiti dei parenti. Così l’azienda lo ha riassunto e parte dello stipendio è stato messo a garanzia dei soldi sottratti".
Silvia Angelici