"Superbonus 110, semplificazioni o sarà flop"

L’architetto Livio Farina (Rptu): ’Percorso ad ostacoli per il cittadino-committente, i tecnici e le imprese. Lo Stato deve intervenire’

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di Patrizia Peppoloni

Anche le buone intenzioni possono generare mostri. Sta accadendo con il Supernobus 110% per l’efficientamento energetico e il consolidamento sismico degli edifici privati che, dopo aver allettato i cittadini con l’idea di costose migliorie da poter fare ’gratis’ (anche se dopo aver sanato ogni eventuale abuso preesistente nell’immobile), ora rischia di invischiarli in una ’trappola’ burocratica ad alto rischio. Già, perchè tra il valzer delle norme in continuo aggiormanento, le interpretazioni non univoche, i rincari delle materie prime, il personale specializzato che non c’è - vista anche la contemporaneità dei cantieri-, la oggettiva complessità burocratica e quant’altro, il rischio reale per i cittadini è di ritrovarsi in un buco nero. A mettere a fuoco l’emergenza sollecitando semplificazioni e chiarimenti sulle procedure del Superbonus (gli ultimi cambiamenti in corso d’opera riguardano la cessione del credito alle banche), è la ’Rete delle professioni tecniche dell’Umbria’ (che include i presidenti degli Ordini e Collegi regionali aderenti), con il coordinatore Livio Farina.

Architetto Farina, possiamo parlare di disastro Superbonus?

"Diciamo che le premesse iniziali di efficientare e mettere in sicurezza i nostri edifici non si stanno realizzando, se non con enormi difficoltà, incertezze e rischi. Di fatto fino a settembre 2021 non c’era chiarezza e i cantieri sono partiti tutti insieme. Poi 11 correttivi in 20 mesi hanno progressivamente trasformato le misure iniziali, complicando un percorso di per sé già difficile. In altre parole fino ad ora nonè stato possibile ragionare ’a bocce ferme’".

Cosa sta rallentando e rischia di vanificare il progetto?

"Il quadro normativo di riferimento è sempre stato fluido e mai completamente chiaro, la pandemia ci ha messo del suo perchè ha reso molto più difficoltoso l’accesso agli atti negli uffici comunali. I comuni stanno cercando di correre ai ripari anche in termini di oganici, con risorse straordinarie, ma il problema c’è. Ad oggi la norma nazionale è stata continuamente ‘attraversata’ da modifiche, precisata con i decreti attuativi, chiarita da circolari interpretative, indirettamente variata con la riscrittura di leggi e definizioni, corretta nelle procedure collegate. A questo si aggiungano le guide dell’Agenzia delle Entrate e di Enea ed il fatto che sul tema Superbonus l’Agenzia delle Entrate ha emanato migliaia di interpelli. Ovunque, anche in Umbria, ad esempio, la medesima norma viene spesso diversamente interpretata da Comune a Comune. Manca il vocabolario per definire ’cosa significa ’cosa’".

Praticamente una giungla...

"Diciamo che tutto è a ostacoli, per tutti, il citadino-committente, i tecnici, le imprese edili. L’applicazione del Superbonus è complessa sotto molti profili: procedurale, tecnico-amministrativo, economico-finanziario; per le responsabilità; in fase di realizzazione, in fase di rendicontazione, in fase di controllo ex post".

Già, perchè c’è anche lo spettro dei controlli dopo la fine dei lavori, con possibile revoca del conributo...

"Certo, sono possibili controlli entro 8 anni dopo la fine dei lavori e se si risconrano irregolarità è il committente che viene chiamto in causa, salvo poi rivalersi con i tecnici e chiamare in causa assicurazioni e quant’altro. Lo Stato deve intervenire, semplificare e fare chiarezza".