"Superbonus 110, il nodo delle materie prime"

Il presidente di Confindustria, Alunni: ’Alla burocrazia si aggiunge il fatto che le imprese faticano a trovare manodopera specializzata’

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di Patrizia Peppoloni

Adeguamento sismico ed efficientamento energetico, ovvero i due obiettivi, ’a ostacoli’, del Superbonus 110: un’occasione presentata come imperdibile per i cittadini alle prese con immobili da adeguare, ma anche un percorso denso di difficoltà.

Il presidente regionale di Confindustria, Antonio Alunni, entra nel merito.

Superbonus 110, una opportunità reale per cittadini e imprese o un ’mostro’ burocratico?

"Questa misura rappresenta senza dubbio una opportunità per i cittadini e per le imprese. È uno strumento strategico per l’attuazione di una concreta riqualificazione del patrimonio edilizio italiano, peraltro in linea con gli obiettivi di sostenibilità e di riduzione del consumo del suolo definiti dall’Unione Europea. Sono misure che oltre a far ripartire l’economia contribuiscono a ridurre l’evasione fiscale".

Le proroghe intervenute e il nodo dei condomini, che contrariamente ai singoli proprietari potranno protrarre la fine dei lavori al 2023... Il quadro della situazione, quali criticità restano?

"L’esclusione delle case unifamiliari rischia di lasciare fuori una platea di potenziali beneficiari, quando invece l’efficientamento energetico rappresenta un aspetto importante per tutte le abitazioni. Basti pensare che il Recovery Plan mette l’efficientamento energetico tra i primi obiettivi. Il Superbonus è certamente una importante strada per raggiungerlo".

La complessità e confusione del quadro normativo, nonché burocratico, quanto sta danneggiando l’operazione Superbonus?

"La ragnatela burocratica, soprattutto all’inizio, era complicatissima e ha comportato tempi di avvio dei lavori molto lunghi, soprattutto per i condomini. In questi mesi le procedure si sono velocizzate ma purtroppo si è allungata l’esecuzione delle opere a causa dei problemi con le materie prime e delle perduranti farraginosità per quanto riguarda la cessione del credito, nonostante gli snellimenti. Per questi motivi sarebbe necessario confermare tutte le agevolazioni fino al 2023 e poi ragionare su come operare un décalage per l’anno successivo".

Dal punto di vista delle imprese quali sono le criticità maggiori?

"Oltre alle complicazioni burocratiche, certamente rappresenta un grande problema la mancanza di materiali legata anche all’aumento del costo delle materie prime. Le aziende fanno fatica a trovare i ponteggi e tutto ciò che serve per far funzionare un cantiere. Il comparto delle costruzioni, inoltre, viene da tredici anni di andamento altalenante a causa del quale oltre 600mila lavoratori sono stati costretti a uscire dal settore. Oggi quindi, di fronte a questa ripresa, le imprese faticano a trovare manodopera specializzata".

Tra le difficoltà lamentate dalle imprese edili e dai tecnici c’è il pesante aumento delle materie prime, mera speculazione? Come difendersi?

"Crediamo che questa forte oscillazione dei prezzi sia un riflesso della pandemia. Con l’allentamento delle misure restrittive dovute al Covid, la domanda globale è sensibilmente aumentata e con essa i prezzi delle materie prime. Il rischio è che si blocchino i cantieri e, oltre al Superbonus, siano a rischio le opere previste dal Pnrr. Per arginare la situazione il Governo nel Decreto Sostegni bis, ha approvato la misura che disciplina il caro dei materiali attraverso un meccanismo di revisione prezzi e l’istituzione di un apposito Fondo di 100 milioni di euro, da utilizzare per compensare l’aumento dei costi delle materie prime. Ma si tratta evidentemente di un provvedimento di carattere eccezionale".

Dal vostro osservatorio risulta che ci siano aziende che stanno cercando di abbattere i costi andando a cercare materie prime e manufatti all’estero? "Dai dati in nostro possesso emerge come in alcune situazioni sia difficile reperire la materia prima per non fermare la produzione. Non è quindi un problema di abbattimento dei costi quanto invece il fatto che per alcune imprese c’è una situazione di oggettiva difficoltà produttiva. Speriamo che nei prossimi mesi questo problema che riguarda settori importanti dell’economia del nostro Paese, come anche l’automotive, possa trovare una rapida soluzione".