Suarez, a marzo discussione sul rinvio a giudizio

Esame ’farsa’ del calciatore all’Università per Stranieri. Gli indagati sono quattro, slitta il deposito delle trascrizioni delle intercettazioni

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L’appuntamento è fissato per il 30 marzo quando davanti al giudice per l’udienza preliminare Natalia Giubilei, sarà avviata la discussione finale sulla richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla Procura di Perugia, riguardo il cosiddetto esame “farsa”, sostenuto dal bomber Luis Suarez all’Università per Stranieri. Gli indagati sono quattro: l’ex rettrice dell’UniStra, Giuliana Grego Bolli, l’ex direttore generale Simone Olivieri, l’ex rettrice del Centro di valutazione e certificazioni linguistiche, Stefania Spina, e l’avvocato della Juventus, Maria Cesarina Turco. La Procura chiede di processare i quattro, a vario titolo, per i reati di falsità ideologica e materiale e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Nell’udienza di ieri è stato accordato al perito, Leonarda Alonzo, più tempo per completare l’opera di trascrizione delle intercettazioni, sia telefoniche che ambientali, che sono agli atti: il termine per depositare le trascrizioni è stato stabilito al 15 febbraio. Il gup Natalia Giubilei ha fissato un’altra udienza, il 9 marzo, nel corso della quale saranno sentiti l’ex rettrice Grego Bolli (difesa, come la professoressa Spina, dallo Studio legale Brunelli) e l’ex direttore generale Olivieri (difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli). Secondo la ricostruzione della Procura, guidata dal procuratore Raffaele Cantone, l’esame ‘”farsa” sarebbe stato concordato per favorire l’ottenimento del certificato di lingua italiana di livello B1, necessario a Suarez per ottenere la cittadinanza italiana e perfezionare, in questo modo, il passaggio alla Juventus da calciatore comunitario, che in quel periodo sembrava essere in trattativa. Secondo la ricostruzione della Procura, l’esame “farsa” sarebbe stato concordato per favorire l’ottenimento del certificato di lingua italiana di livello B1, necessario a Suarez per ottenere la cittadinanza italiana e perfezionare, in questo modo, il passaggio alla Juventus da calciatore comunitario. L’affare poi saltò.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’attaccante avrebbe avuto in anticipo domande e risposte per superare senza intoppi la sua prova d’esame, in una sessione organizzata - sempre per l’accusa - appositamente per lui. L’affare poi saltò. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’attaccante avrebbe avuto in anticipo domande e risposte per superare senza intoppi la sua prova d’esame, in una sessione organizzata - sempre per l’accusa - appositamente per lui. Nel procedimento l’Università per stranieri è parte offesa.