Strappò l’orecchio alla fidanzata. "Era un gioco erotico", ma i giudici non gli credono

Nei guai un uomo di Gubbio. L'aggressione il 25 novembre 2018 a Cattolica

Carabinieri

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Perugia, 9 gennaio 2019 - Non fu ‘gioco erotico’. A. F. non strappò l’orecchio alla fidanzata durante uno scambio affettuoso, ma in seguito alla precedente lite per gelosia, senza riuscire a contenere la forza solo perché alterato dall’alcol.

"Non emergono (dalle indagini ndr) elementi idonei a incidere sulla ricostruzione dei fatti", secondo il tribunale del Riesame di Bologna che, in una lunga motivazione depositata nelle ultime ore, ripercorre l’aggressione del 25 novembre scorso a Cattolica quando, all’interno della vasca idromassaggio di un locale, il 32enne macellaio, si avventò contro la ragazza e le strappò parte del padiglione auricolare dell’orecchio destro. Le grida della ragazza – disse – pensava fossero dovute a un attacco di epilessia e non alle violente effusioni amorose.

"La versione difensiva dell’indagato – scrivono i giudici – trova riscontro del tutto negativo nelle dichiarazioni del direttore del locale che intervenne nella Spa su segnalazione di un cliente che aveva riferito di una coppia impegnata in una lite animata" e di aver visto la ragazza "sanguinante e in lacrime" e l'uomo che inizialmente si rivolgeva a lei "con fare aggressivo e espressioni volgari".

Fu lui stesso, dopo aver allontanato l'uomo dal locale e averlo persuaso a restituire la borsa alla fidanzata, ad accompagnarla al pronto soccorso con l’auto di lei e poi a tornare al locale insieme alla moglie.

Il giovane venne arrestato poche ore dopo nell’abitazione dei genitori di Gubbio. L'indagato, difeso dall’avvocato Ubaldo Minelli, potrebbe comunque ripetere gli stessi reati perché – secondi i giudici che gli avevano comunque concesso gli arresti domiciliari – manca di autocontrollo. E già a maggio (ha ammesso) aveva spintonato e schiaffeggiato la ragazza, sostenendo da una parte che era gelosa e contestualmente che lo tradiva.

La presenza dei genitori infatti "può considerarsi idonea a rafforzare l’effetto inibitorio del presidio cautelare". L'uomo però non può comunicare con l’esterno in alcun modo.

Eri.P.