La moglie non paga gli alimenti dovuti ai figli, denunciata dal marito

L'uomo, che ha perso il lavoro, si è rivolto al giudice

Ancora una volta una separazione si traduce in scontri economici anche sul mantenimento della prole

Ancora una volta una separazione si traduce in scontri economici anche sul mantenimento della prole

Spoleto, 13 gennaio 2019 - «Non intendo assolutamente privare i miei figli del diritto allo studio, alla salute e allo svago». Sono le parole di un padre spoletino di 58 anni, oggi disoccupato, che nel 2016 ha denunciato la ex convivente per la violazione degli obblighi di assistenza familiare nei confronti dei due figli che all’epoca dei fatti erano ancora minorenni. La convivenza tra i due si è interrotta già dal 2003 ed i due bambini sono stati affidati al padre, all’epoca imprenditore.

La donna, in base agli accordi, avrebbe dovuto versare 200 euro al mese per il mantenimento ordinario dei due figli, poi la Corte d’Appello di Perugia ha stabilito che l’assegno mensile sarebbe dovuto essere di 300 euro e che avrebbe dovuto contribuire per il 30% anche alle spese straordinarie. Nonostante ciò la donna non avrebbe provveduto a versare regolarmente gli assegni e l’uomo si è già rivolto una prima volta alla giustizia, attivando le pratiche per il pignoramento di una parte dello stipendio, come previsto dalla legge. «O abbandonavo i figli o lavoravo – dice il padre 58enne – la mia occupazione mi portava spesso a spostarmi da Spoleto e per seguire i figli sono stato costretto a lasciare il lavoro. Ho presentato la denuncia per tutelare i loro diritti. Anche quest’anno ho dovuto provvedere io all’iscrizione a scuola e all’università all’acquisto dei libri, alle spese per il dentista e per la gita scolastica.

Ora, come stabilito dal tribunale, percepisco un assegno mensile di 300 euro direttamente dal datore di lavoro della madre per le spese ordinarie, ma la madre non ha mai contribuito per le spese straordinarie». La questione è delicata perché entrambi i genitori dei due ragazzi, che vivono in condizioni di difficoltà economica e lavorativa. Il pm comunque ha già avanzato la richiesta di archiviazione del caso perché, pur riconoscendo che la donna si è sottratta per un certo periodo agli obblighi di mantenimento dei figli, gli elementi acquisiti nel corso delle indagini sono inidonei a sostenere la tesi dell’accusa. La questione, sempre secondo il pubblico ministero, non avrebbe rilevanza penale, ma di carattere civilistico. L’ultima parola però spetta al giudice che dovrà comunque decidere se prosciogliere la donna o rinviarla a giudizio. L’udienza, davanti al Gip del Tribunale di Spoleto, è fissata per martedì mattina.

D. M.