Su raccolta e riutilizzo dei rifiuti serve un deciso cambio di passo in Umbria. A sancirlo è Legambiente Umbria che torna a parlare del Piano regionale rifiuti in vista del sesto EcoForum sull’economia circolare, in programma venerdì a Spoleto. Come noto, il giudizio dell’associazione ambientalista umbra sul piano regionale non è positivo. A questo si aggiungono le anticipazioni "sui preoccupanti dati che dimostrano una situazione stazionaria nelle percentuali di raccolta differenziata della nostra regione con un peggioramento generale della qualita`" afferma Legambiente. "Il 2021 e il 2022 hanno visto un ulteriore progresso e un’estensione delle raccolte differenziate in diversi comuni umbri. Invece in quei territori che gia` negli scorsi anni erano stati più volte ammoniti per le loro scarse performance, vengono confermate le croniche criticita`, e addirittura stanno peggiorando. Questo resta il motivo del ritardo nel raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata posti al 72,3% entro il 2018". Come spiega Maurizio Zara, presidente regionale di Legambiente "l’Umbria ha raggiunto negli anni prestazioni abbastanza avanzate in termini di raccolta differenziata, riciclo e minimizzazione del Rifiuto Urbano Residuo, quello cioè che tipicamente finisce in discarica, smentendo nei fatti, la narrazione di una regione ferma al palo e non in grado di raccogliere le sfide dell’agenda sulla transizione ecologica. Certamente, e lo abbiamo detto in molte occasioni, molto resta da fare su questa strada, ma solo un modello e un Piano Regionale dei Rifiuti basato sull’economia circolare puo` garantire all’Umbria un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico". Secondo Legambiente la proposta del nuovo piano presentata, invece, è priva di tale visione, come risulta evidente dalle modeste percentuali di raccolta differenziata che la Regione Umbria si prefigge di voler raggiungere (appena il 75% di differenziata nel 2035), e al contempo dalla presunta necessità di un inceneritore che "risolva" la questione dei restanti rifiuti indifferenziati prodotti in Umbria". Dal punto di vista dell’associazione ambientalista "questa visione del Piano cozza poi con alcuni progetti interessanti e in alcuni casi innovativi che saranno finanziati in Umbria con in fondi del Pnrr". "In tal senso – conclude il presidente regionale di Legambiente – ci sembra che manchi una visone complessiva e strategica e il nostro auspicio e che, soprattutto considerando i progetti che saranno finanziati, il PNRR non si trasformi in un’occasione persa invece di essere strumento per realizzare una vera transizione ecologica dell’Umbria".