Ha presentato le sue dimissioni il giudice del tribunale di Sorveglianza di Perugia, Ernesto Anastasio, finito davanti alla sezione disciplinare del Csm per aver accumulato oltre 858 fascicoli. Il magistrato, già sospeso a settembre da funzioni e stipendio, ha presentato ieri la sua richiesta, alla vigilia della nuova udienza davanti alla disciplinare che ha preso atto dell’istanza, riunificato 4 diversi procedimenti a suo carico e rinviato nuovamente la discussione del caso che, di fronte alle dimissioni irrevocabili, si chiuderebbe automaticamente, evitando, però, al magistrato l’eventuale radiazione. Anastasio è noto anche come il giudice-poeta per la sua passione per la letteratura. Originario di Piano di Sorrento, 54 anni, dell’amore di Anastasio per la poesia si parla anche nella perizia cui è statosottoposto durante il procedimento disciplinare a partire da settembre, che hacertificato come si sentisse oppresso da un lavoro che non gli dava soddisfazione perché i suoi interessi sono orientati in altri campi. La disciplinare del Csm aveva quindi ritenuto che non ci si potesse aspettare un cambio di rotta per il fatto cheAnastasio era già stato sanzionato, anche in altre sedi dove aveva prestato servizio. Per il Consiglio superiore la sospensione era necessaria per evitare "ulteriore grave pregiudizio" ai diritti dei detenuti e al funzionamento del tribunale di sorveglianza di Perugia. Il ritardo sulle decisioni è stato accumulato nell’arco di un paio di anni. Il presidente del tribunale di Sorveglianza, Antonio Minchella, intanto, ha redistribuito agli altri magistrati i fascicoli che erano in carico ad Anastasio. Fascicoli relativi, in particolare, alle richieste avanzate dai detenuti, come permessi o liberazioni anticipate, e alle esecuzioni penali.
Proprio lunedì, la Camera penale di Perugia, annunciando tre giorni di agitazioni, aveva posto, con il presidente Marco Angelini, l’accento su questa criticità del sistema giustizia in Umbria: "Far funzionare questo settore serve a mantenere la pace nelle carceri". Una delle tante debolezze di un sistema che soffre una cronica carenza di magistrati e soprattutto di personale amministrativo e, allo stesso tempo, di sovraccarico per chi è in servizio.