Sempre meno umbri percepiscono l’Rdc

Il numero di beneficari del Reddito di Cittadinanza nel 2022 è calato di quasi 4mila unità. Non cambia l’importo dell’assegno: 498 euro

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Diminuiscono i percettori del Reddito di cittadinanza in Umbria. Secondo quanto rivela Inps, infatti, nel 2022 i nuclei familiari beneficiari di almeno una mensilità di RdC o di Pensione di Cittadinanza (PdC) nella nostra regione sono stati 15.602, per un totale di 31.145 persone coinvolte e un importo medio di 498 euro.

L’anno prima le famiglie erano quasi duemila in più (17.397), con quasi 36mila persone coinvolte (35.971, circa quattromila in più) e un importo medio che in realtà non si discostava molto da quello dell’anno scorso e pari a 501 euro: c’è stato quindi un calo complessivo che supera il 13 per cento. Sedici euro in meno era invece l’assegno medio mensile del 2020 (485 euro) con 35.221 beneficiari all’interno di 16.246 famiglie. Tra aprile e dicembre 2019 invece, i nuclei percettori sono stati 11.787 con una media di 456 euro per ognuno dei 26.423 soggetti coinvolti.

Nel mese di dicembre inoltre 2022, i nuclei beneficiari di RdCPdC sono stati 10.406 con 19.498 di persone coinvolte e un importo medio erogato a livello regionale di 495 euro, rispetto ai 549 euro medio del Paese. A tutto questo va aggiunto anche che nel corso del 2022 sono state 495 le famiglie a cui è stato revocato il beneficio e 2.488 quelle che sono ‘decadute’. Molto più numerose le revoche del 2021 (furono 1.565), così come gli assegni decaduti (3.566), mille in più dell

La revoca, va ricordato si applica a coloro che accettano un’offerta di lavoro oppure nei confronti di quelli che vengono scoperti avere con alcuni requisiti di irregolarità o illegittimità. A questo proposito è bene ricordare che dal primo gennaio è stata eliminata la parola "congrua" in relazione all’offerta di lavoro presentata al beneficiario del reddito di cittadinanza Ii percettori del sussidio economico dovranno infatti necessariamente accettare la prima offerta di lavoro presentata per non perdere il diritto alla fruizione del beneficio.

L’eliminazione del requisito di congruità significa che si dovrà accogliere la prima proposta a prescindere, quindi, dall’esperienza lavorativa, dalla posizione sul territorio nazionale e dai relativi tempi di trasferimento, elementi invece di cui si teneva conto fino alla fine del 2022. Discorso diverso per il beneficio decaduto, che si perde nel momento in cui cambiano le condizioni minime per percepire l’assegno. E cinque giorni fa, intanto, è stato siglato il protocollo operativo tra Inps e Ministero della Giustiziache consentirà la verifica mensile e automatica, dell’eventuale stato detentivo dei richiedenti il reddito di cittadinanza, prima dell’erogazione del beneficio.