Scandalo sanità, la Marini: "Io e la politica? Solo uno stop"

Il giorno dopo le dimissioni la presidente è nella sua casa di Todi

 Catiuscia Marini esce da Palazzo Donini con Franco Arcuti e l’avvocato Nicola Pepe

Catiuscia Marini esce da Palazzo Donini con Franco Arcuti e l’avvocato Nicola Pepe

Perugia, 18 aprile 2019 - «Mi sono riappropriata della mia vita quotidiana» e la decisione di «dimettermi è stata una scelta di libertà. Mi fa stare più tranquilla».

Di potersi difendere?

«Di poter parlare. Voglio uscire a testa alta da questa situazione».

Il giorno dopo Catiuscia Marini, la presidente della Regione che ha mollato dopo la pressione dell’inchiesta su «Concorsopoli» – in cui è indagata per abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio – la trascorre nella casa di famiglia a Todi. In tuta da ginnastica, tra la lettura de “Il figlio del Secolo” di Antonio Scurati («ora mi ritaglierò degli spazi per finire di leggerlo»), il telefono che non smette di squillare, il parrucchiere e un apertivo con gli amici. «Ma ho l’agenda piena: devo andare a Roma, a Bruxelles e poi voglio camminare».

Inizialmente aveva pensato di non mollare. Chi la conosce bene sa che questa è la sua cifra, sempre. Come aveva fatto all’indomani della bufera giudiziaria. Voleva provare a tenere dritta la barra e restare in sella. Poi la tempesta mediatica, le pressioni romane l’hanno dissuasa, nonostante molti martedì sera – raccontano a Palazzo Donini – abbiano cercato di convincerla a restare. «Ancora oggi molti rispettano ma non condividono la mia scelta». Ma quella frase sibilinna arrivata da Roma l’ha fatta traballare.

«Quella di ieri (martedì, ndr) è stata una giornata complessa e certo quelle dichiarazioni che spingevano... una serie di dichiarazioni che spingevano... “ci affidiamo al senso di responsabilità”.

Un Pd poco garantista?

«Sono una persona indagata e devo ancora sapere e conoscere qual’è la mia posizione individuale. Il sistema della giustizia è garantista».

Pd meno garantista del Pm?

«Esatto».

Eppure ha detto che colleghi uomini in analoghe posizioni sono rimasti...

«Sì non ho trovato alcuna dichiarazioni che richiamasse il loro senso di responsabilità».

Ma le è stato chiesto?

«No, è stata una scelta individuale e un gesto di rispetto verso i cittadini e delle istituzioni. E poi non volevo essere un capro espiatorio politico per i risultati delle Europee e delle Politiche. Ho fatto un gesto che normalmente in politica non si fa».

Oggi un cittadino come fa a votare il Pd?

«I reati sono commessi da persone. La comunità del Pd è composta da uomini e donne serie, persone perbene».

E’ un addio alla politica?

«Per adesso è solo uno stop».

Erika Pontini