Scandalo sanità in Umbria: Bocci, Valorosi e Duca ricorrono al Riesame

Concorsopoli, le mosse dei difensori

Uno dei fotogrammi delle intercettazioni

Uno dei fotogrammi delle intercettazioni

Perugia, 21 aprile 2019 – Approderà nei prossimi giorni davanti al Tribunale del riesame l’indagine sui presunti concorsi “pilotati” all’ospedale di Perugia. È stato infatti presentato il ricorso dei difensori dell’ex segretario regionale del Pd Gianpiero Bocci, dell’ex direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera Maurizio Valorosi e da parte del legale di Emilio Duca, ex direttore generale dell’Ospedale, tutti e tre agli arresti domiciliari.

L’istanza dovrebbe essere esaminata tra la fine del mese e l’inizio di maggio. Bocci, Valorosi e l’ex direttore generale del Santa Maria della Misericordia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip.

"È un’iniziativa doverosa che si impone quella del ricorso al Riesame", si limita ad affermare Francesco Falcinelli, legale di Duca. L’avvocato David Brunelli, difensore di Bocci insieme al collega Alessandro Diddi, torna a "chiarire le ragioni della scelta difensiva compiuta davanti al gip". "Il motivo per il quale abbiamo deciso di rivolgerci al Riesame – spiega – non discende certamente dalla oggettiva complessità della posizione del nostro assistito. Deriva, invece, dal fatto che egli ieri non era chiamato a spiegare alcunché, poiché agli atti non risulta alcuna sua telefonata o conversazione, né risulta filmato, riprodotto o riferito alcun suo comportamento. I pochissimi indizi che lo riguardano derivano soltanto da alcune conversazioni di terzi sulle quali Bocci non avrebbe potuto fornire spiegazioni dirette. Compete a noi legali di ripercorrere il contesto e le circostanze in cui quelle parole sono state pronunciate per dimostrare che si tratta solo di millanterie o equivoci. Solo per questo motivo ‘tecnico’ si spiega la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere".

"Siamo fiduciosi e determinati – conclude Brunelli – nella sicura convinzione che Giampiero Bocci abbia sempre tenuto una condotta onesta e cristallina, senza mai favorire abusivamente nessuno o interferire nel lavoro della Direzione dell’azienda ospedaliera perugina, rispetto al quale non aveva alcuna competenza e possibilità di incidere".

Al momento sono dunque tre gli indagati di Concorsopoli che restano agli arresti domiciliari. Su Gianpiero Bocci (ex segretario regionale del Pd e sottosegretario all’Interno fino al 2018) gravano le accuse di rivelazione di segreto e abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e favoreggiamento. Quest’ultima ipotesi di reato lo collega nelle carte dell’inchiesta a Potito D’Errico (professore universitario e già primario) che avrebbe aiutato il «sistema» di «aiuti» cercando informazioni coperte dal segreto istruttorio presso gli ufficiali di polizia giudiziaria. Maurizio Valorosi, ex direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera, insieme agli altri indagati prendeva – secondo le accuse – direttive dalla classe politica locale (Barberini, Bocci e Marini) manipolando i concorsi a favore dei raccomandati fungendo anche da tramite verso quanti (presidente, segretario e componente delle commissioni esaminatrici) poi materialmente “contribuivano” invece all’alterazione delle procedure concorsuali. Quanto all’ex direttore generale del Santa Maria, Emilio Duca, ora agli arresti domiciliari, l’accusa è di essere stato il collettore delle raccomandazioni della politica per pilotare i concorsi pubblici dell’Ospedale.