Sant’Ubaldo, l’ascesa al monte in dieci minuti

Una corsa avvincente e veloce che testimonia la gran voglia di ripartire

Migration

Una corsa spettacolare, veloce e perfetta tra calate vertiginose, falsipiani veloci, “birate” coinvolgenti ed emozionanti, una ascesa finale al monte rapidissima e autorevole, conclusa nel tempo di dieci minuti. Il Cero di S.Ubaldo che chiude abbastanza agevolmente il celebre “portone” del convento, avendo guadagnato un minimo vantaggio negli ultimi stradoni, festeggia in solitaria prima di aprire a San Giorgio e S.Antonio. Passa così agli archivi una edizione davvero straordinaria, non solo perché ha segnato la ripresa dopo due anni di assenza, rilanciando nello stesso tempo la città e l’Umbria, ma perché ha confermato la vitalità di una manifestazione che ha ribadito ancora una volta di essere unica per contenuti e coinvolgimento.

La corsa finale ne è stata un esempio: la benedizione del Vescovo Paolucci Bedini con la statua e la reliquia del Patrono in cima alla “calata” dei Neri, percorsa a precipizio e con una verticalità che ha esaltato l’abilità dei ceraioi. Il Corso tra due ali di folla, il “mercato”, l’ospedale – per recuperare la terminologia familiare – “didà”, “i vecchi”, i “consoli”. Una breve sosta all’imbocco di piazza Grande, le “birate” ad un segnale del Sindaco, ritmate dal Campanone, la trionfale salita fino alla Basilica divorata nell’ansia di concorrere tutti insieme a completare l’omaggio al Patrono. Poi gli abbracci, gli evviva e la soddisfazione del contributo di cui ciascuno sente infinita gratificazione. "Siamo tutti davanti a Sant’Ubaldo – la breve riflessione del cescovo Paolucci Bedini che ha accolto ceraioli e ceri in Basilica – al termine di una giornata meravigliosa. Mancava da tre anni, ma l’entusiasmo sembrava quello della prima volta. Ricordatevi di essere un popolo, una famiglia, una comunità, di essere il popolo di Sant’Ubaldo". Una giornata senza particolari incidenti, per fortuna. Il pronto soccorso allestito in Piazza Grande ha dovuto fronteggiare 11 attacchi di panico , 14 lipotimie, 5 traumi di lievi entità, 11 ferite (nel tentativo di raccogliere pezzi delle brocche lanciate in aria dai Caopodieci).

g.b.