Sanità, firmata la convenzione "senza liti"

Regione e Università sanciscono il pre-accordo. "Servirà a migliorare le cure dei cittadini e a portare bravi dottori in Umbria"

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"Confesso che quando abbiamo chiuso l’accordo ero attonito...". Le parole del direttore del Dipartimento di medicina e chirurgia, Vincenzo Talesa, valgono più di mille spiegazioni. L’ultima convenzione sulla Sanità in Umbria fu firmata dall’allora rettore Francesco Bistoni e dalla governatrice Maria Rita Lorenzetti: era il 2006. Sono passati 16 anni, durante i quali più volte si è arrivati vicini alla meta, senza però mai mettere a segno il punto. Ci sono riusciti la presidente della Regione, Donatella Tesei (al governo da due anni e mezzo) e il magnifico Maurizio Oliviero, eletto sei mesi prima della governatrice (maggio 2019). Ci hanno impiegato un paio d’anni con in mezzo una pandemia di portata storica. Ma – per adesso – il risultato del pre-accordo lo hanno portato a casa. Ma cos’è e soprattutto a cosa serve una convenzione tra l’Università e la Regione? In concreto regola i rapporti tra Ateneo e Aziende ospedaliere sui primari, direttori, specializzandi, cliniche, immobili, didattica, ricerca. "Un accordo che serve ad assicurare in Umbria livelli di eccellenza dei servizi sanitari – ha detto Tesei – attraverso le professionalità e le competenze che operano nelle due Aziende ospedaliere, promuovere lo sviluppo della ricerca. E tutto questo a vantaggio dei cittadini che saranno curati sempre meglio. L’auspicio inoltre è che attraverso questo protocollo, si possano richiamare ulteriori bravi professionisti in Umbria". "Non ci si è mai fermati in questi due anni per affinare con questo accordo" ha detto l’assessore Luca Coletto. Certo, pensare di costruire un’intesa così senza frizioni è impossibile. "E’ un atto molto complesso, siamo stati cauti all’inizio ed eravamo entrambi diffidenti, ma non abbiamo litigato – ha scherzato il rettore –: la buona volontà ha prodotto un protocollo con il quale non si vivono i rispettivi ruoli in modo contrapposto. L’Università darà il suo contributo per elevare le qualità sanitarie e questo andrà a beneficio della comunità". Insomma, gli umbri potranno essere curati meglio, con l’obiettivo non secondario di far arrivare malati da fuori regione. I tempi? Sei mesi per veder concretizzato l’accordo con i protocolli attuativi, con possibile proroga di altri sei. Vedremo.

Michele Nucci