"Samuele, la trans Patrizia si è solo difesa"

Trovato morto a 22 anni in un campo: la Procura archivia l’accusa di omicidio preterintenzionale, resta in piedi l’omissione di soccorso

di Luca Fiorucci

Sono i risultati degli esami medico legali, di fatto, a far indirizzare le indagini della Procura della Repubblica di Perugia verso un’ipotesi differente da quella iniziale per spiegare la morte di Samuele De Paoli, trovato senza vita in un fosso a Sant’Andrea delle Fratte, il 28 aprile 2021. All’indagato, il 44enne brasiliano Hudson Pinheiro Reis Duarte, è stata notificata la chiusura delle indagini ieri, ma nel provvedimento l’ipotesi di omicidio preterintenzionale non c’è. All’indagato, infatti, i magistrati contestano il reato di omissione di soccorso, "pur nella consapevolezza della tragicità dell’evento e delle più volte espresse condizioni di grave sofferenza espressa dai congiunti della vittima". Da quanto ricostruito dalle indagini, la lite conclusasi drammaticamente, sarebbe nata per un diverbio legato a una prestazione sessuale a pagamento. Dagli accertamenti medico-legali, spiega ora la Procura, Samuele sarebbe morto per "arresto cardiaco per stimolazione vagale". Durante la colluttazione tra il 22enne e la trans Patrizia (al secolo Hudson Pinheiro Reis Duarte), quest’ultima ha esercitato una pressione con il pollice alla biforcazione paracarotidea che si trova sotto le mandibole, provocando l’arresto cardiaco che ha portato alla morte del ragazzo. Pur essendo anche una manovra terapeutica, sottolinea ancora la Procura, questa pressione può provocare la morte di chi la subisce, nel caso di colluttazioni o per contatti accidentali, qualora incida sulla funzione cerebrale che porta poi all’arresto cardiaco. Quanto i medici legali hanno evidenziato nel caso di De Paoli. "L’evento letale – sottolinea l’ufficio diretto da Cantone – sarebbe stato l’epilogo della colluttazione tra i due" nella quale anche l’indagato, sottolinea ancora, ha riportato diverse lesioni. Elemento questo che, in assenza di altri segni sul corpo della vittima e di fronte alla peculiarità della manovra che si è rivelata poi letale, non conosciuta al di fuori del mondo medico, ha portato la Procura a ritenere che "il cittadino brasiliano abbia agito solo a fini difensivi e senza soprattutto poter prevedere l’effetto letale del proprio comportamento".

Allo stesso modo, rileva ancora la Procura, non si può configurare l’eccesso colposo vista la particolarità della manovra stessa. Per i magistrati perugini, insomma, si è trattato di legittima difesa, anche se l’indagato avrebbe dovuto chiedere aiuto per Samuele. Samuele non era più una minaccia per la sua incolumità, la possibilità di avvisare i soccorsi ci sarebbe stata, indipendentemente, rilevano i magistrati, dall’esito che l’eventuale soccorso avrebbe avuto. Samuele poteva essere salvato o no, ma un tentativo andava fatto.