Caso Gregoretti, Salvini chiede di acquisire le chat di Palamara

Per dimostrare "la strategia diffusa e largamente condivisa nei miei riguardi da parte della magistratura"

Matteo Salvini

Matteo Salvini

Perugia, 12 settembre 2020 - Matteo Salvini ha chiesto alla procura della Repubblica di Perugia di poter acquisire le chat di Luca Palamara che lo riguardano e che potrebbero dimostrare la “strategia diffusa e largamente condivisa nei miei riguardi da parte della magistratura”, come scrisse il leader del Carroccio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo la diffusione sui giornali di stralci dei messaggini whatsapp in cui l’ex presidente dell’Anm parlava di “attaccare” l’allora ministro dell’Interno. Salvini, in particolare, vorrebbe produrre le chat nell’ambito del processo per sequestro di persona in relazione ai migranti trattenuti a bordo della nave militare Gregoretti che inizierà davanti al tribunale di Catania il prossimo 3 ottobre.

La procura di Perugia - guidata da Raffaele Cantone - ha già autorizzato lo studio dell’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Salvini, a visionare il contenuto delle chat. Successivamente, in base ad una richiesta dettagliata su quali conversazioni telematiche acquisire, motivando l’interesse e spiegandone il successivo utilizzo, l’Ufficio perugino potrebbe autorizzare la copia, come già fatto in altri casi. La richiesta di Salvini all’acquisizioni delle chat del magistrato non è infatti la prima che arriva a Perugia. Sono già decine - e stanno aumentando - analoghe istanze avanzate da magistrati e giornalisti, come pure dalla stessa Associazione nazionale magistrati. In particolare si tratta di toghe che si sono ritrovate, anche a loro insaputa, additati nelle chat di Palamara e che adesso vogliono utilizzarle per procedimenti penali, disciplinari o richieste di risarcimento danni.

La procura di Perugia, dopo una riunione con i magistrati che si occupano delle indagini per corruzione a carico di Palamara - i pm Mario Formisano e Gemma Miliani - hanno ritenuto, per tutti coloro che ne hanno fatto richiesta, di procedere con le stesse modalità: autorizzare la visione all’interno delle cancellerie e, successivamente, in base ad un interesse ritenuto apprezzabile, concedere la copia dei file, diffusi nei mesi scorsi dai giornali. Per adesso la difesa di Salvini ha potuto visionare le chat e, nei prossimi giorni dovrebbe dettagliare la richiesta alla procura. Tra le altre ritenute di interesse ci sono sicuramente quelle di fine agosto 2018 quando il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma (compagno di corrente di Palamara, pure lui ex Csm) si schiera al fianco del neoministro dell'Interno finito sotto inchiesta per via dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti , Palamara gli risponde: «Hai ragione, ma ora bisogna attaccarlo».

Pochi giorni dopo manda una foto dalla festa di Santa Rosalia a Viterbo all'allora presidente dell'Anm (sempre di Unicost) Francesco Minisci, e commenta: «C'è anche quella m.... di Salvini, ma mi sono nascosto». Minisci risponde con un neutro «Va dappertutto». Qualche mese dopo sarà lui a finire nel mirino di Palamara, che scrive a Sirignano: «Già fottuto Minisci».

“Le intercettazioni pubblicate - aveva scritto tra l’altro Salvini a Mattarella - documentano come l’astio nei miei riguardi travalichi in modo evidente una semplice antipatia. In tal senso è inequivocabile il tenore delle comunicazioni dei magistrati intercettate. Come noto, a ottobre inizierà l’udienza preliminare innanzi al Gup presso il Tribunale di Catania ove sono chiamato a rispondere dell’ipotesi di sequestro di persona per fatti compiuti nell’esercizio delle mie funzioni di ministro dell’Interno, in linea con l’azione di governo tesa al contrasto dell’immigrazione clandestina. Non so se i vari interlocutori facciano parte di correnti della magistratura o se abbiamo rapporti con i magistrati che mi giudicheranno, tuttavia è innegabile che la fiducia nei confronti della magistratura adesso vacilla al cospetto delle notizie sugli intendimenti di alcuni importati magistrati italiani”.