Dopo la rissa l’inseguimento e il pestaggio

La ricostruzione dell’escalation di violenza di venerdì sera in centro. Il 19enne con la mandibola fratturata minacciato con la bottiglia rotta

Uno dei frame del video che riprende il momento della rissa venerdì in piazza Danti

Uno dei frame del video che riprende il momento della rissa venerdì in piazza Danti

Perugia, 1 giugno 2020 -  L’hanno inseguito dopo la rissa fino a piazzetta Ansidei e, una volta lì, davanti alla ragazza spaventata e ’impotente’ l’hanno pestato fino a fratturagli la mandibola, facendolo finire in ospedale dove era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Prima lo avevano pure minacciato con il collo di una bottiglia rotta. La squadra mobile della questura di Perugia – diretta da Carmelo Alba – in collaborazione con gli agenti della Sezione di polizia giudiziaria (aliquota polizia) hanno ricostruito, a distanza di appena una settimana e grazie a telecamere, video girati con i telefoni e testimonianze dirette degli avventori, l’escalation di violenza maturata nella prima drammatica serata di movida fuori dal lockdown. E adesso per i fattacci del centro storico 7 giovanissimi (tra i 18 e i 21 anni) sono indagati dalla procura della Repubblica di Perugia (pubblico ministero Gemma Miliani). Tre devono rispondere anche di lesioni aggravate, tutti e sette di rissa.

Ma andiamo con ordine. La prima fase della scazzottata avviene in piazza Danti, nel cuore del triangolo del divertimento, senza regole, di venerdì sera. Secondo gli investigatori la rissa scoppia tra quattro amici perugini da una parte (tra cui il 19enne poi pestato) e un gruppetto di altri tre ragazzi: due sono fratelli originari di Napoli ma residenti a Perugia e un terzo è di Marsciano. Il nodo investigativo da sciogliere, che ha portato alle perquisizioni eseguite sabato dai poliziotti, sta proprio nella somiglianza tra i due fratelli indagati. Non è ben chiaro chi dei due, insieme al terzo amico, abbia inseguito il 19enne in piazzetta Ansidei per poi darsi alla fuga solo all’arrivo degli amici della vittima. Le telecamere della piazza infatti non inquadrano la scena ma solo il passaggio di alcuni giovani (indagati e non) prima e dopo il fatto. Per questo gli agenti hanno sequestrato telefoni e abiti: per capire attraverso le immagini e le testimonianze chi dei due fosse, posto che entrambi indossavano una maglietta bianca e avevano un cappellino in testa. Chi tra loro, in particolare, ha colpito con violenti calci, in varie parti del corpo e anche al volto, il giovane perugino davanti alla ragazza che gli è sempre rimasta accanto, ma non ha potuto in alcun modo reagire, salvo poi raccontare la brutalità subita dall’amico che versava in condizioni disperate. Indagini sono in corso anche per delineare il movente della prima scazzottata in piazza Danti. Quando centinaia di ragazzi, nonostante la situazione di emergenza sanitaria e rigide regole di distanziamento sociale ancora in vigore, si sono radunati in alcune zone del centro, dando vita ad una sorta di festa all’aperto, con tanto di musica e alcol a fiumi culminata, appunto con la rissa ripresa dai telefonini.  

Grazie alle immagini di piazza Danti gli agenti sono riusciti a identificare anche quattro testimoni oculari: tre ragazze e un ragazzo le cui dichiarazioni coincidono pressochè con i frame estrapolati ai video. Tra questi anche chi ha materialmente girato uno dei video con il telefonino. Commenti e immagini infatti sono state postate anche sui social. E anche lì i poliziotti sono andati a cercare. Quanto accaduto venerdì aveva indotto il sindaco Andrea Romizi a chiuedere bar e locali dalle 21, salvo poi decidere di riaprire fino a mezzanotte ma con un piano imponente di controlli. Da una parte i volontari della protezione civile per un’attività informativa e la distribuzione di mascherine (obbligatorie anche all’aperto in centro durante la movida), dall’altra le forze dell’ordine che tra venerdì e sabato sera hanno presidiato con discrezione i luoghi strategici della movida. © RIPRODUZIONE RISERVATA