Ricatto sessuale a un novantenne. "Mi hai messo incinta, voglio soldi"

Rumena di 29 anni truffa un pensionato: "Sono costretta ad abortire"

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Perugia, 14 maggio 2017 - Ha iniziato chiedendogli i soldi per comprare la pillola del giorno dopo, che ha un costo piuttosto elevato. Poi la 29enne di origine rumena che aveva una relazione con un anziano di 86 anni ha alzato il tiro e, raccontandogli di essere rimasta incinta di lui, gli ha chiesto i soldi per abortire. In almeno due, tre occasioni.

L’anziano ha dapprima soddisfatto le richieste della giovane donna pensando evidentemente che, visti i rapporti sessuali che aveva avuto con lei nell’arco dell’ultimo anno e mezzo, poteva ben essere accaduto che la donna fosse rimasta incinta, ma poi ha iniziato a infastidirsi quando le richieste si facevano sempre più frequenti. Anche perché lei "lo minacciava che qualora lui non avesse aderito alle sue richieste avrebbe portato avanti la gravidanza, avanzando pretese per il mantenimento del nascituro, in tal modo – sta scritto nel capo d’imputazione con cui la Procura della Repubblica di Perugia ne ha chiesto il rinvio a giudizio – minacciandolo in via implicita di un male ingiusto». Nello specifico, come riporta il capo d’imputazione, la ragazza gli avrebbe chiesto «ogni volta circa 500-600 euro".

A un certo punto però, l’anziano, infastidito da queste richieste di denaro miste a minacce, ha parlato della situazione a un suo conoscente medico. E’ stato allora che l’86enne si è reso conto che quella donna lo stava truffando. L’amico medico gli ha infatti spiegato, senza lasciare dubbi, che alla sua età era praticamente impossibile che fosse fertile ed era quindi conseguentemente non configurabile una gravidanza di cui lui fosse "autore".

A quel punto l’anziano ha deciso di rivolgersi all’avvocato Pietro Gigliotti e, consigliato dal legale, ha denunciato la donna. Gli investigatori hanno dunque appurato che questa situazione era andata avanti dall’aprile del 2014 all’ottobre del 2015. Quello che ha fatto la ragazza, adesso difesa dall’avvocato Giacomo Manduca, tradotto nel codice penale si chiama estorsione, ed è proprio per questo reato che rischia di essere rinviata a giudizio. La sua udienza preliminare è stata recentemente fissata per il mese di luglio. L’anziano è pronto a costituirsi parte civile con l’avvocato Pietro Gigliotti.

Francesca Marruco