Reddito di cittadinanza, denunciati 192 ’furbetti’

La Guardia di Finanza scopre la maxi-truffa: percepiti senza requisiti 406 mila euro. Per 9 ipotizzato il reato di associazione per delinquere

Migration

Furbetti del reddito di cittadinanza. Tanti, tantissimi. Così tanti che nell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore Raffaele Cantone e dal sostituto Paolo Abbritti, si ipotizza per alcuni degli indagati anche l’associazione per delinquere. Una sorta di “sistema“, insomma, volto a far percepire il sostegno statale, tornato alla ribalta della politica proprio nelle ultime settimane, a chi non era in regola con la normativa, a chi non aveva uno o più requisiti per ottenerlo. O che, addirittura, era gravato da misure di sicurezza, condannato per reati contro il patrimonio o con precedenti di polizia per reati contro la fede pubblica.

E così, la Guardia di Finanza di Perugia ha denunciato a piede libero 192 persone, tutti stranieri dell’Europa dell’Est, nella maggior parte rumeni. Per nove di loro la Procura ipotizza l’associazione a delinquere: avrebbero presentato la maggior parte delle domande di concessione del reditto di cittadinanza, avvalendosi per farlo di un Caf (che si trova nella prima periferia di perugia) la cui titolare, straniera anche lei, è stata denunciata. Secondo gli accertamenti svolti dal Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia, sarebbero stati percepiti indebitamente 406mila euro.

In sostanza i “richiedenti“ dichiaravano di vivere a Perugia (molti di loro non ci sono mai stati, non ci si trovano ora o, addirittura, non sono in Italia) e di vivere nel Bel Paese da oltre dieci anni, requisito questo indispensabile per accedere al beneficio. L’indagine è stata avviata in seguito a un’analisi del Nucleo speciale della Guardia di Finanza che si occupa di spesa pubblica e frodi comunitarie: dagli accertamenti è risultato che gli intestatari dei codici fiscali legati al reddito di cittadinanza erano residenti in Italia da meno di dieci anni. Un lavoro di riscontro certosino che ha scoperto l’inghippo.

Sono stati eseguiti dagli agenti sopralluoghi e controlli presso le anagrafi comunali; sono state acquisite informazioni presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e sono stati analizzati i flussi finanziari comunicati dalla società Poste Italiane, quale gestore delle carte “RdC”, per ricostruire tempi e modalità di utilizzo delle carte (ne sono state sequestrate sette). Le carte concesse in seguito alle domande sarebbero state in possesso, secondo l’inchiesta della Gico di Perugia, solo di poche persone, un gruppo ristretto (la Finanza parla di "unitaria regia criminale") che le avrebbe utilizzate per acquistare telefoni cellulari,elettrodomestici e qualunque bene facilmente “piazzabile“, in un secondo momento. Tutte spese che risultano essere state fatte nel giro di poco tempo, in negozi che si trovano in diverse città (anche del Nord Italia) o che sono molto vicini tra loro. Le percezioni indebite del reddito di cittadinanza sono state già segnalate dalla Guardia di Finanza all’Inps che ha bloccato le erogazioni.

Ora gli investigatori lavorano per accertare il ruolo avuto dal Caf e individuare eventuali profili di responsabilità, soprattutto riguardo la presentazione delle documentazione necessaria all’ottenimento del beneficio. Documenti che, acquisiti nel corso delle perquisizioni, sono tuttora al vagli degli agneti del Gico.

AnnA