Ruba parmigiano: è rapina. Due anni e 8 mesi

Clandestino di 19 anni bloccato da un richiedente asilo dopo il furto al supermercato

L’arresto eseguito dalla polizia

L’arresto eseguito dalla polizia

Perugia, 21 marzo 2019 – Ha rubato quattro pezzoni di parmigiano. Li ha infilati sotto la giacca e quando ha cercato di oltrepassare la barriera delle casse ha fatto scattare l’allarme. Ma la cassiera non è riuscita a bloccarlo e si è messa a urlare. È stato un richiedente asilo, di quelli che all’esterno dei supermercati aiutano i clienti a caricare la spesa, a bloccarlo, prendendosi anche un pugno in faccia (negato dal ladro di formaggio durante il processo per direttissima in aula). E alla fine l’arrestato, un egiziano di 19 anni con un lungo elenco di precedenti per reati contro il patrimonio (ma non per spaccio di droga) si è beccato un pena severa: due anni e otto mesi di reclusione con l’accusa di rapina impropria. Per lui si sono spalacante le porte del carcere.

In un'epoca in cui lo spaccio di droga viene sempre più spesso derubricato come fatto lieve, in base al V comma e quando anche i clandestini senza fissa dimora ottengono l’obbligo di firma in caserma, al posto del carcere, senza pensare a reati ancor più gravi (anche se meno violenti), la vicenda del giovane egiziano che ruba il parmigiano è destinata comunque a fare notizia.

Il “conto” del giudice penale è ovviamente precisissimo: la pena base della rapina impropria è di 4 anni, con lo sconto di un terzo si arriva proprio a due anni e 8 mesi. I precedenti specifici hanno prodotto l’esclusione delle attenuanti generiche e del fatto di lieve entità che avrebbero potuto abbassare la pena.

L’episodio è accaduto martedì a Ellera di Corciano. L’egiziano, in Italia dal 2014 ma senza permesso di soggiorno, vive di espedienti. Furti, rapine fin da quando è minorenne. Non certo un’esistenza specchiata. Al supermercato ha rubato il parmigiano ed è scappato senza pagare. Valore: poco meno di cento euro.

Ma quando il richiedente asilo l’ha bloccato ne è nata una colluttazione e sarebbe partito il pugno. Che ha decisamente aggravato la sua posizione processuale. Di lì l’arrivo di una pattuglia della polizia che l’ha arrestato.

"A me ha detto che aveva fame", racconta ora l’avvocato Beatrice Marini che lo assiste. È stato lo stesso imputato a voler scegliere il rito abbreviato. Due anni e 8 mesi e una cella di Capanne.

Eri.P.