Questura "ridotta". Ordine pubblico, adesso Perugia conta meno

Il piano ministeriale che retrocede il capoluogo è al vaglio dei sindacati

Giuseppe Bisogno

Giuseppe Bisogno

Perugia, 7 novembre 2018 – Alla faccia dei pusher di Fontivegge e delle coltellate sulle scalette del Duomo, dei continui rimpatri di clandestini e delle indagini sui circoli dell’islamismo estremo che da queste parti «catturano» adepti per addestrarli alla guerra santa: grazie tante, avevamo scherzato. La Questura di Perugia viene infatti declassata e passa dalla prima alla seconda classe, come da tabella annessa al piano di "Riorganizzazione delle articolazioni periferiche dell’amministrazione della pubblica sicurezza" che il ministero dell’Interno si accinge a presentare in questi giorni alle organizzazioni sindacali di categoria in vista dell’approvazione finale.

Il capoluogo umbro, dunque, lascerebbe la ‘Serie A’ sulla base di parametri legati in grande percentuale alla sicurezza (numero e tipologia di reati evidenziati dalla statistiche) e in misura decisamente minore al contesto (collocazione geografica e dotazione di enti e infrastrutture), per finire in un «girone» dalla cui collocazione potrebbero giungere brutte sorprese future: minore possibilità di accrescimento quantitativo e qualitativo di personale in primis, un questore non più dirigente generale ma «solo» dirigente superiore e la potenziale esclusione da piani nazionali più complessivi legati alla sicurezza e all’ordine pubblico.

La "mossa" di Salvini, ma a onor del vero il riordino sarebbe allo studio fin dal dicembre 2016 anche se non è dato sapere a quale data risale la scelta di far retrocedere il nostro capoluogo, è di quelle destinate ad avere conseguenze politiche. Non fosse altro perchè la città di Perugia è retta da un’amministrazione di centrodestra che ha sempre chiesto rinforzi in termini di sicurezza e che di recente, al cospetto dei gravi episodi avvenuti nel «difficilissimo» quartiere di Fontivegge, per bocca dello stesso sindaco Romizi ha fatto pressing per l’istituzione in loco di un presidio fisso di polizia.

Che accadrà ora? E’ difficile avanzare ipotesi sul piano dell’effettività (le reali conseguenze del declassamento, una volta in essere, si avranno solo in prospettiva), pur tuttavia appare certo come la notizia di queste ore si trasformi in una sorta di «polpetta avvelenata» gettata nel terreno nelle campagne elettorali – già avviate, a dispetto di proclami contrari – per la corsa a sindaco di Perugia e a presidente della Regione.