Pronto soccorso, boom di accessi: 150 al giorno

In fila per ore. Il primario Groff ai cittadini: "Rivolgetevi alla medicina del territorio senza intasare quest’area per le urgenze"

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Basta affacciarsi sul piazzale del pronto soccorso dell’ospedale di Perugia o cliccare sulla App dedicata che fotografa la situazione delle centrali dell’emergenza per capire l’ondata di pazienti che si stanno abbattendo sulle porta d’accesso alla sanità. Per i circa 30 codici verdi (bassa gravità) che ieri mattina erano in attesa a Perugia si prevedevano tempi lunghi. Ore in fila, ed è solo mattina. Nel pomeriggio i pazienti erano 50. La sera la situazione può precipitare.

Al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia, di nuovo sotto pressione, si è infatti tornati ai numeri ante-Covid: oltre 150 accessi giornalieri ma con un ospedale che non è più lo stesso dopo l’ennesima ondata del virus che ha ridisegnato spazi e priorità, la necessità di tenere i posti letto per i potenziali malati covid, percorsi di accesso che non sono mai stati separarati (dai pazienti oncologici ai bambini, dall’oculistica alla ginecologia) e una capacità ridotta di un terzo a causa dei lavori di ristruttuazione e ampliamento già finanziati su due linee di credito (la vecchia partita antisismica e i fondi messi già a disposizione un anno fa dall’allora commissario straordinario) ma mai iniziati.

"Si è assistito negli ultimi giorni ad un elevato flusso di persone sia di codici rossi e gialli che di codici bianchi e verdi – sottolinea il dottor Paolo Groff, direttore del Dipartimento di Emergenza ed Urgenza – per questo vorrei inviare un messaggio alla popolazione che presenta lievi patologie di rivolgersi alla medicina territoriale dove possono trovare un’adeguata risposta sanitaria senza intasare il pronto soccorso che rimane impegnato sulla presa in carico e gestione delle situazioni di emergenza grave". Ma non è così: i malati vanno in ospedale e adesso i medici di medicina generale sono anche alle prese con i vaccini. Morale: si finisce in pronto soccorso per tutto: dalla sospetta polmonite, allo stato di ansia, dall’incidente domestico all’influenza.

"Da noi arrivano pazienti con età avanzata, polipatologie e riacutizzazioni che necessitano il ricovero. In questi giorni molti anche i traumatizzati seri ma abbiamo ancora un ospedale diviso ( covid e no-covid). Così si crea l’imbuto. Abbiamo riaperto l’osservazione breve e siamo già al completo", spiega Groff che, nei giorni scorsi, in commissione sanità in Regione aveva lanciato l’allarme su una medicina del territorio che deve necessariamente cambiare.

Al pronto soccorso sono stati intanto assunti due nuovi medici (arriveranno nei prossimi giorni). Per far fronte ai malati ’normali’ l’Azienda ospedaliera ha attivato un’area di week surgery per gli interventi di media e bassa complessità programmabili "continuando l’attività di chirurgia oncologica ed emergenza ed urgenza" mentre sono state riattivate le aree di degenza di Geriatria, Medicina del Lavoro, Medicina Interna e Scienze Metaboliche e Medicina Interna. "L’ospedale sta affrontando una fase di continua modifica dell’organizzazione con grandi sacrifici da parte del personale sanitario che non mi stancherò mai di ringraziare", dice il Dg, Marcello Giannico. "La sfida dei prossimi mesi dal punto di vista organizzativo – continua – è quella di incrementare significativamente le attività no covid tenendo bene presente il vincolo importante delle risorse umane e tecnologica che dobbiamo comunque dedicare alla pandemia".

Erika Pontini