Profili fake per ricattare le vittime Estorsione, arrestati madre e figlio

Sui social si fingevano donne avvenenti e avvicinavano 50enni soli: dalle richieste di soldi alle minacce

Profili fake per ricattare le vittime  Estorsione, arrestati madre e figlio

Profili fake per ricattare le vittime Estorsione, arrestati madre e figlio

Profili fake di donne avvenenti per avvicinare cinquantenni soli e scucire loro denaro, per poi minacciarli in caso di rifiuto. Arrestati nell’Amerino madre e figlio, la prima sessantenne e l’altro trentenne, accusati di estorsione aggravata in concorso. Per loro sono scattati gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, in seguito al provvedimento emesso dal gip di Viterbo su richiesta della Procura. Secondo i militari del nucleo investigativo delal città laziale, i due avrebbero conosciuto le loro vittime attraverso Facebook. In particolare avrebbero fatto credere a un cinquantenne di essersi fidanzato con una donna avvenente (in realta’ inesistente) e avrebbero iniziato a chiedergli soldi, anche attraverso minacce. Le vittime sarebbero almeno tre. "Non campi piu’ con me (...) ti rovino, se non me mandi ‘ste centocinquanta euro oggi, ti rovino", e’ una delle frasi agli atti. Le indagini, coordinate dalla Procura di Viterbo, sono cominciate la scorsa estate a seguito della denuncia di scomparsa di un cinquantenne residente in un paese della bassa Tuscia. Ad allertare le forze dell’ordine era stata l’anziana madre dell’uomo: il figlio, allontanatosi, aveva chiaramente minacciato il suicidio a seguito delle telefonate di un sedicente avvocato e di un sedicente giudice. Già perché l’uomo era stato falsamente accusato dalla coppia “diabolica“ di voler indurre alal prostituzione la ragazza immaginaria. Alla fine, dopo poche ore di ricerche, fu ritrovato. Durante le indagini veniva inoltre scoperto che i due arrestati, dopo essersi resi conto che la vittima non si era più piegata ai loro ricatti, erano riusciti a rivolgere le loro attenzioni con il medesimo modus operandi nei confronti di altri due cinquantenni, sempre dimoranti nella Tuscia, cui con le stesse modalità e minacciandoli anche di divulgare foto compromettenti avevano iniziato ad estorcere del denaro.

"In entrambi i casi - spiega l’Arma di Viterbo – le persone arrestate hanno scelto vittime che per la loro peculiare situazione affettiva erano al momento sole, ritenendole particolarmente vulnerabili; approfittando della loro momentanea solitudine e debolezza, avrebbero dapprima carpito della loro buona fede per farsi versare del denaro ( sono state accertate dazioni indebite per circa 25mila euro), inventando stati di bisogno, poi, quando si rendevano conto che le vittime non erano più propense ad elargire, cambiavano registro e passavano alle minacce"