"Produzioni spostate in altri siti"

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Era già successo con la Treofan e si ripete con la Novamont (nella foto): le commesse vengono dirottate in stabilimenti diversi da quello ternano. Lo denunciano le Rsu di fabbrica esprimendo " preoccupazione e rammarico per ciò che si sta verificando in questo periodo in azienda". "A seguito di un mese di luglio con produzioni in ripresa e alcuni indicatori interessanti per quello che si auspicava potesse significare un aumento di produzione anche per il sito di Terni – continuano le rappresentanze sindacali – , riscontriamo l’ennesima decurtazione di quote produttive allo stabilimento. Ci rendiamo conto di come la situazione geopolitica influisca sui costi energetici e delle materie prime; capiamo quanto il mercato sia volubile e quanto sia necessario inseguirne le dinamiche per rimanere competitivi; non riusciamo, però, a capire come non si riesca minimamente a prevederne il movimento in tempi ragionevoli per ripartire al meglio le produzioni tra i siti". "Dopo la fermata forzata dello scorso aprile, dopo l’apertura della cassa integrazione a luglio, dopo un mese di chiusura degli impianti (in parte dovuta alla necessità di eseguire lavori di manutenzione non eseguiti nell’estate del 2021) – aggiungono le Rsu – adesso parte delle produzioni previste su Terni vengono spostate in altri impianti perché impellenti. Si profila per il nostro sito produttivo, quindi, un periodo di scarsa attività di durata non prevedibile. Non possiamo tollerare lo svilimento del sito, né di essere nuovamente danneggiati dalla scarsa capacità previsionale".