"L’aumento dei contratti a tempo indeterminato nella nostra regione registrato dall’Inps e descritto nell’ultimo rapporto dell’Aur è certamente una buona notizia, tanto più se a beneficiare di questo dato sono in particolare le donne. Tuttavia, permane e si aggrava con l’aumento del costo della vita, un grave problema di qualità dell’occupazione e dei salari in Umbria e qui il differenziale per le donne resta molto consistente". È quanto afferma in una nota la segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio (foto). "In particolare - continua Paggio - preoccupa il dato relativo alle dimissioni, soprattutto da contratti a tempo indeterminato, che testimonia evidentemente una qualità delle posizioni lavorative non soddisfacente, come certificato anche dalla continua fuga dall’Umbria, soprattutto di giovani (quasi 2mila neolaureati hanno lasciato l’Umbria negli ultimi 10 anni), in cerca di migliore occupazione in altre regioni o all’estero". "Il punto, dunque - conclude la segretaria Cgil - non è inventarsi qualche bonus per sostenere la natalità, ma aumentare i salari e la qualità dell’occupazione, soprattutto per giovani e donne. Questo significa rilanciare la contrattazione, anche a livello territoriale, e favorire con investimenti pubblici e privati processi di innovazione e di creazione di nuova occupazione di qualità. in questo senso Pnrr e fondi europei rappresentano una grande occasione da non disperdere per ridisegnare la nostra regione in modo più equo e giusto. Ma sulla loro gestione serve quella partecipazione che ad oggi è totalmente mancata".