PERUGIA È stata fissata il 17 marzo l’udienza davanti al tribunale del riesame di Perugia sulla revoca della misura cautelare in carcere richiesta da Piero Fabbri, 56enne assisano accusato di aver ucciso l’amico Davide Piampiano, l’11 gennaio scorso, e di aver dato luogo a un depistaggio nel tentativo di far credere che il ragazzo si fosse sparato da solo, accidentalmente. Una bugia, per gli investigatori, che l’indagato avrebbe continuato a ripetere anche davanti al gip nell’udienza di convalida. Perché, secondo la Procura e come confermato dal giudice nel dispositivo che ha convalidato arresto e misura cautelare in carcere, la versione di Fabbri sarebbe stata costruita con il solo intento di sviare da lui sospetti ed eventuali responsabilità. Con il suo comportamento sul monte Subasio, per l’accusa l’uomo avrebbe ritardato la chiamata dei soccorsi. Da qui la contestazione dell’omicidio volontario con dolo eventuale. Fabbri, tramite il suo legale, l’avvocato Luca Maori, respinge tale versione chiedendo di poter accompagnare gli inquirenti sul Subasio per ricostruire l’accaduto. La famiglia della vittima , con l’avvocato Franco Matarangolo, chiede, invece, una perizia balistica.