Perugina, sfumano le isopensioni. "Questa volta andiamo ‘armati’"

Milano: sindacati e multinazionale si aggiornano sul Piano sociale

Il sindacalista Daniele Marcaccioli (Uila-Uil)

Il sindacalista Daniele Marcaccioli (Uila-Uil)

Perugia, 21 marzo 2018 – "Questa volta partiamo ‘armati’ e pronti a battere i pugni sul tavolo". Parola di Daniele Marcaccioli (Uila-Uil) alla vigilia del coordinamento nazionale sindacale con Nestlè. Questa mattina sindacati e multinazionale torneranno di nuovo a parlare di esuberi e dell’attuazione del Piano sociale alla Perugina per ridurre l’impatto dei licenziamenti. Ma i conti ancora una volta non tornano.

"L’azienda – spiega Marcaccioli – dopo aver fatto ripetutamente marcia indietro sull’apertura alla proroga della cassa integrazione, adesso sta facendo melina anche in merito alle isopensioni. Dice che è una manovra troppo costosa. Ma il sindacato, a costo di andare fino a Ginevra a discuterne con i piani alti – conclude Marcaccioli – questa volta non arretrerà di un passo". L’isopensione, strumento previsto dalla Legge Fornero per dire addio al lavoro sette anni prima dell’età pensionabile, avrebbe salvato, a San Sisto,ben 31 addetti. Sommato alle altre misure previste del Piano sociale (part-time, esodi volontari e ricollocamenti esterni) anche l’isopensionamento servirebbe per attutire il dramma degli esuberi. Intanto il tempo avanza e si avvicina l’ora delle decisioni: a fine marzo Nestlè valuterà se chiedere la proroga della cassa, il 30 giugno scade la cigs e si chiudono tutti i giochi. Entro quella data i lavoratori della Perugina dovranno decidere se rimanere dentro o fuori lo stabilimento, ma non è detto che le aziende che avevano messo a disposizione le 80 assunzioni nel frattempo non abbiano trovato alternative.

Questo lo scenario. Nel frattempo Carla Spagnoli, pronipote di Luisa, fondatrice della Perugina, torna all’attacco e parla di tragedia annunciata: «Chi si è mosso a tempo debito contro Nestlè e la sua potenza? Quali deputati e senatori umbri hanno seriamente ‘pungolato’ la multinazionale e chiesto che fine abbiano fatto quei famosi 60 milioni d’investimenti? Adesso che fine faranno questi lavoratori e le loro famiglie? Come si manterranno? Chi penserà a loro? I sindacati? La presidente Marini e la sua giunta? Il viceministro Bellanova, il cui operato è sotto gli occhi di tutti? Oppure Matteo Renzi, che da premier andava in visita a San Sisto a complimentarsi con i vertici Nestlè per ‘questa storia di successo e per i progetti futuri di sviluppo’?».

Silvia Angelici