Perugia, conto alla rovescia per la chiusura di pediatria

Dal 17 luglio stop alle prestazioni ambulatoriali (indietro oltre 500). Dal 31 non c’è la possibilità di garantire la funzionalità del reparto

Ospedale

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Perugia, 11 luglio 2020 - Ci sono appena cinque pediatri ’superstiti’ (di 11) nel Reparto che cura i bambini del Santa Maria della Misericordia: una struttura che di media viaggia sulle circa 18mila visite l’anno in regime di urgenza, 3mila ricoveri e 8mila visite ambulatoriali. L’unico centro, peraltro, autorizzato a trattare i minori ammalati di Covid (come purtroppo accaduto nel corso dell’emergenza sanitaria). Troppi pochi dottori per tenere aperti ambulatori e Reparto di riferimento regionale di Terzo livello. E così dal 17 luglio verranno prima chiusi gli ambulatori specialistici (Gastroenterologia, diabetologia, endocrinologia, reumatologia e allergologia) e poi (dal 31 luglio) – se la situazione resterà invariata – potebbe ’chiudere’ lo stesso Reparto.

Sembra assurdo solo raccontarlo ma in cinque, in costanza di ferie e pur annullando una serie di recuperi e riposi, non è possibile garantire i turni e quindi il servizio. E i bambini malati? Al momento non si sa, perché nessuno sembra aver risposto alle richieste di aiuto ufficiali che arrivano dal reparto e indirizzate al commissario straordinario (adesso cambiato), al presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, all’assessore Luca Coletto e al direttore Claudio Dario.

L’allarme scatta già a marzo. Ma Pediatria è da tempo in sofferenza di organico e proviene peraltro da un recente passato burrascoso, con continui cambi al vertice. Dopo il professor Alberto Verrotti, prende il comando la professoressa Susanna Esposito, proveniente da Milano che spera in un concorso. Ma le vicende di Concorsopoli creano un cortocircuito all’interno.

Viene nominato facente funzioni il professor Giuseppe Di Cara, attualmente al vertice mentre, nel frattempo, lascia il vice storico del Reparto, il dottor Maurizio Stefanelli, nominato primario a Foligno. Ma a marzo, in pieno allarme-Covid, il Reparto va in sofferenza: alcuni medici – si scopre oggi – si ammalano. E la direzione generale è costretta a mandare ’a comando’ due pediatri dagli ospedali di Assisi e Pantalla per tre mesi. Rientrata l’emergenza sanitaria i medici tornano negli ospedali di provenienza. Ma, nel frattempo, due dottoresse vanno in pensione e una si licenzia per andare altrove: tutte però costrette a smaltire i circa 50 giorni di ferie arretrate.

Arriva una sola sostituzione. Troppo poco per far camminare il Reparto. Che, tra l’altro, con la ’Fase 2’ e la riapertura delle liste è chiamato a smaltire le prestazioni arretrate, circa 400-500 con le nuove stringenti regole di distanziamento sociale.

Tanto per fare un esempio: oggi solo se si prenota una visita specialistica valutata urgente dal pediatra di base è possibile accedere all’ambulatorio che effettua cinque visite a settimana. Ma per una prestazione di allergologia è chiuso anche il sistema di prenotazione.

L’allarme-collasso arriva anche dalla Società italiana di Pediatria dell’Umbria e i pediatri umbri, in una nota formalizzata alla presidente Tesei,con la quale in sostegno ai colleghi ospedalieri, denunciano che una situazione "al limite del collasso" con il "responsabile della struttura che potrebbe essere costretto a cessare l’attività".

Il primo luglio i consiglieri di opposizione intervengono. Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni e Fabio Paparelli presentano un’interrogazione per chiedere lumi in merito alle "azioni di breve, medio e lungo termine per far fronte al fabbisogno di personale e sullo stato delle graduatorie in essere, quelle su cui è già stato attuato lo scorrimento e quali le tempistiche". " La sanità umbra è gravemente sotto-organico: un dossier imprescindibile che i nuovi commissari troveranno sulla scrivania, non affrontato dai loro predecessori, e che dovranno risolvere prima di tutti gli altri"- Intanto si avvicina la data del 17. E lo spettro di una sanità negata ai bambini umbri.

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