"Questa pandemia ci toglie la vita. Chi restituirà ai giovani il tempo perduto?"

L’analisi del professor Gianfranco Maddoli, ex primo cittadino di Perugia. "I ragazzi sono i più colpiti: il vuoto si ripercuoterà nel loro futuro"

Gianfranco Maddoli ha insegnato nelle Università di Lecce, Siena e Perugia

Gianfranco Maddoli ha insegnato nelle Università di Lecce, Siena e Perugia

Perugia, 25 febbraio 2021 -  «La pandemia ci toglie la vita. Ci impedisce di avere relazioni sociali, di intrattenerci con gli altri, di stare insieme. E’ inutile girarci intorno: da un anno siamo più poveri d’animo e più soli". Il professor Giancarlo Maddoli, 83 anni, oltre ad aver insegnato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Perugia, e prima nelle Università di Lecce e Siena, è stato anche sindaco di Perugia dal ‘95 al ‘99. Studioso del mondo antico, analizza con lucidità il difficile momento che stiamo vivendo, a iniziare dalle pesanti restrizioni a cui la sua città è sottoposta da 25 giorni.

Professore qual è la cosa che più la colpisce in questi tempi di pandemia? "Che intorno a noi ci sono situazioni di povertà, di dolore, di angoscia, estremamente preoccupanti. Sono davvero in tanti a non farcela più: famiglie normali con figli che faticano a portare a casa la cena. E le confesso una cosa... ".  

Dica, professore "In tanti suonano al campanello di casa mia per chiedermi aiuto. Gente che non conosco. Sono stato generoso con alcune persone venute qui e che evidentemente hanno sparso la voce. E ora c’è chi tende una mano per avere aiuto. A volte mi trovo davvero in difficoltà".  

Quali le persone che soffrono di più? "I giovani, non c’è alcun dubbio. Lo vedo da ciò che accade ai miei figli e ai miei nipoti. Un vuoto, una mancanza di socialità, di condivisione, che si ripercuoterà inevitabilmente nel futuro di questi ragazzi. E’ un tempo perduto che nessuno restituirà loro"  

Professore, dica la verità: ha paura? "No, paura no. Per fortuna ho molte cose da fare in casa. Devo studiare. E poi sono fortunato perché ho anche un bel giardino dove poter uscire. Ma non penso a me in questo momento, penso a quanti vivono in quattro o cinque in un appartamento al sesto o settimo piano e che magari non hanno neanche un terrazzino per avere un po’ d’aria. Questo è un aspetto che mi turba e che mi fa pensare che in fondo sono davvero fortunato".  

Cosa fare per resistere e superare questi momenti? "Mi rimetto alla scienza. Spero che questi vaccini funzionino e che vengano somministrati nel modo più rapido possibile. Tutte queste voci sul mercato vaccinale e sulle speculazioni mi colpiscono. Per questo ritengo che la politica debba impegnarsi a fondo e combattere ogni diseguaglianza".  

Secondo lei sono stati fatti errori nella gestione della pandemia? "Credo che non sia facile per nessuno affrontare una situazione così grande e imprevedibile. Incertezze ce ne sono state, ma bisogna lavorare per migliorare".  

Delle difficoltà in sanità che idea si è fatto? "Che ci sono responsabilità politiche, ma che non sono soltanto in Umbria"  

E infine: da ieri altre restrizioni. Cosa ne pensa? "Che sono un male e un bene allo stesso tempo: le subiamo, ma credo siano necessarie in questo momento".