Così il PalaBarton perde la musica. "Cambiare il progetto del Comune"

Allarme rosso degli organizzatori di Tourné: «Addio ai grandi concerti, si pensa solo allo sport» L’assessore Varasano: «Auspico che lo spazio resti polinfunzionale, i rischi sono troppo alti»

Il pubblico che ha gremito  il PalaBarton in occasione del concerto di Marco Mengoni

Il pubblico che ha gremito il PalaBarton in occasione del concerto di Marco Mengoni

Perugia, 16 novembre 2019 - L’allarme era nell’aria da tempo ma adesso il “caso PalaBarton“ esplode in tutta la sua gravità. Perugia rischia di perdere i grandi eventi musicali e di uscire per sempre dal circuito dei concerti che contano. Con tutto l’indotto economico innescato da manifestazioni di questo genere. «Prima era solo un timore, adesso è un dato di fatto concreto» tuonano Lucia Fiumi e Gianluca Liberali, presidente e direttore artistico dell’Associazione umbra per la musica e la canzone d’autore. Sono loro gli organizzatori dei grandi eventi musicali e ieri, nel presentare la stagione “Tourné“ 2019-2020, hanno lanciato l’allarme rosso. Tra amarezza, rabbia e preoccupazione. Sotto “accusa“ è il progetto comunale di ristrutturazione del PalaBarton, che riduce la possibilità di ospitare i grandi concerti. Per accrescere invece la capienza degli spalti per lo sport (cioè la pallavolo) con la realizzazione di quattro spicchi che uniscono tribune e curve ma rendono impossibile montare il palco. «Il progetto va cambiato » dicono Fiumi e Liberali, reduci dall’enorme successo della data zero di Marco Mengoni che il 6 novembre al PalaBarton ha aperto la stagione con cinquemila spettatori. Da qui l’appello. «Invitiamo l’amministrazione a lasciare il PalaBarton come spazio multifunzionale, è unico nella regione. Se si perde saltano i grandi concerti invernali per tutta l’Umbria. Non si può lasciare il palasport solo alla pallavolo, partite e spettacoli possono coesistere». Anche perché il danno è irreversibile. «Una volta persi, è impossibile riagganciare i concerti come insegna il caso dello Stadio Curi». Ci sono vantaggi economici, insistono, l’indotto delle maestranze locali e il pubblico che arriva pure da fuori regione L’appello non cade inascoltato. Perché al loro fianco si schiera l’assessore comunale alla cultura Leonardo Varasano. «La mia posizione personale è chiara – dice subito – auspico che si mantenga la polifunzionalità del PalaBarton, c’è già un dialogo aperto con i colleghi e il sindaco. E’ un unicum, in Umbria non ci sono alternative, ci stiamo ragionando anche se non sarà facile trovare una soluzione. Anche il sindaco concorda, troppo alto il rischio di perdere i concerti». La giunta, insomma, è divisa sull’argomento. «Ci sono differenze di opinioni – ammette Varasano – sfumature diverse e questioni tecniche da superare». Di certo, rivela, «si sono avviate verifiche tecniche per capire come intervenire sul progetto esecutivo e modificarlo così da mantenere la polifunzionalità dell’impianto. Entro la fine dell’anno si capirà cosa succede». Il giorno prima del concerto di Mengoni c’è stato un sopralluogo con Varasano, l’assessore allo sport Pastorelli, Giacomo Capone dell’ufficio impianti sportivi e il sindaco Romizi per verificare come coniugare le istanze di sport e musica. «Il punto di non ritorno è l’approvazione del progetto esecutivo – dice Liberali –. E poi la Sir ha 4mila abbonati, sempre gli stessi, noi un pubblico trasversale che cambia ogni volta» .