PalaBarton, tre ipotesi per salvare la musica

Ecco le soluzioni prospettate per continuare a ospitare i grandi concerti. Il problema resta quello dei costi: quanto aumenterebbero?

I «sirmaniaci» sempre presenti in maniera massiccia al PalaBarton chiedono più spazio

I «sirmaniaci» sempre presenti in maniera massiccia al PalaBarton chiedono più spazio

Perugia, 19 novembre 2019 - Ci sono tre diversi tipi di soluzioni per cercare di salvare «capra e cavoli», per tentare cioè di continuare a organizzare concerti all’interno del PalaBarton e allo stesso tempo lasciare che la destinazione principale sia quello sportiva. Il dilemma che ha preso piede in queste ultime ore è infatti se le modifiche che veranno apportate alla struttura, consentano di montare un palco da grandi concerti e ospitare un numero congruo di spettatori.

La risposta è a pagina 2 della delibera di Giunta numero 150 del 31 ottobre relativa all’approvazione del progetto definitivo in cui si afferma che «le attività di pubblico spettacolo saranno comunque possibili pur in una configurazione diversa da quella attuale». Il punto è proprio questo: secondo chi organizza i concerti questa configurazione «diversa da quella attuale» non consentirebbe di avere una capienza adeguata e quindi di fatto renderebbe impossibile organizzare quel tipo di concerti. Il motivo? Sostanzialmente dettatto dalla realizzazione degli spicchi sugli angoli tracurve e gradinate per portare la capienza a 5mila spettatori che costringerebbe il palco a occupare metà del campo in parquet con dimezzamento della capienza: già perché sarebbe impossibile infilarlo dove di solito viene montato (lato curva retrattile) proprio per l’ingombro degli spicchi.

Quali allora le soluzioni possibili? Nel sopralluogo effettuato alcuni giorni fa dal sindaco Andrea Romizi insieme agli assessori Clara Pastorelli e Leonardo Varasano si sono ipotizzate tre soluzioni. La prima è quella di rivedere rispetto al progetto già approvato il disegno complessivo delle tribune, spicchi compresi. Un disegno che dovrebbe consentire di montare il palco più indietro possibile e di non «mangiarsi» quindi la metà del parterre. La seconda è quella di realizzare gli spicchi retrattili in modo tale che in caso di concerti, si possa montare una struttura idonea che non invada la metà del parquet. La terza soluzione potrebbe essere infine quella di alzare da terra la curva sud, ampliando la capienza in alto e consentendo quindi di recuperare spazio proprio nel parterre. In tutto questo il nodo è rappresentanto anche dai maggiori costi: le diverse soluzioni prospettate richiedono infatti un impegno superiore da parte del Comune di quel milione e 300mila euro prospettato. Quanto di più? E’ presto per dirlo, ma di sicuro tutti a Palazzo dei Priori lavorano per un comune obiettivo: quello di salvare «capra e cavoli»...