
Un momento dell’incontro sulla partecipazione alla Sala dei Notari
Un percorso triennale articolato in otto azioni, condiviso tra Comune di Perugia e Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi, che punta, tra l’altro, a rendere capillare la partecipazione attraverso luoghi dedicati al coinvolgimento diretto delle comunità. E’ quanto è stato illustrato nella sala dei Notari del Palazzo dei Priori ieri pomeriggio alla presenza di oltre 250 persone. A intervenire sono stati tra gli altri la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinand e la professoressa Alessandra Valastro, responsabile del progetto di ricerca-azione su processi e organismi partecipativi.
Ad aprire l’incontro è stata proprio la professoressa Valastro, spiegando che la collaborazione avviata già da alcuni anni tra il Comune di Perugia e il Master in politiche partecipative di Scienze Politiche con la nuova amministrazione è stata estesa. Il risultato è "un progetto di ricerca e terza missione assai più articolato e ambizioso, dedicato allo studio e alla realizzazione di processi e organismi partecipativi nel territorio comunale". "Il progetto – ha proseguito Valastro - intende sperimentare forme regolative, soluzioni organizzative e strumenti partecipativi efficaci per l’amministrazione comunale, soprattutto alla luce delle più recenti e innovative direzioni aperte dal modello dell’amministrazione condivisa: ciò al fine di assicurare il coinvolgimento effettivo delle comunità locali nella costruzione delle politiche".
"Speranza, positività, avere a cuore, socializzazione. Sono state parole come queste a emozionarmi alla fine dei primi due incontri territoriali per la costruzione delle Case della partecipazione svolti a Madonna Alta e a Ponte San Giovanni. Parole pronunciate da cittadine e cittadini che hanno scelto di incontrarsi, conoscersi, confrontarsi – ha detto la sindaca Ferdinandi -. Quanti hanno preso parte all’avvio di questo percorso, che di certo sarà lungo e non semplice, hanno subito interpretato le future Case della partecipazione, prima che come sottostrutture di governo capaci di rimettere i territori al centro e di elaborare politiche pubbliche più efficaci, come luoghi aperti di accoglienza e ascolto attivo, con una funzione sociale, capaci di favorire il dialogo intergenerazionale e di creare ponti tra cittadinanza e istituzioni. Spazi di relazione, quindi, contro la solitudine e in cui tornare a sentirci comunità. Ecco perché, al termine del nostro progetto, immagino una città più unita, solidale, partecipe alla vita politica e amministrativa, più responsabile, capace di pensare al bene comune e, soprattutto, in grado di combattere con più forza la solitudine sociale, grande emergenza del nostro tempo. Il cammino che stiamo strutturando con l’ateneo può servire a vincere questa e altre sfide fondamentali e l’invito che rivolgo a tutte e a tutti è di mettersi in gioco e farne parte".