Omicidio Mastropietro, Oseghale assente alla prossima udienza. Ira della madre di Pamela

Sfiorato lo scontro nell'aula della Corte d'assise d'appello di Perugia tra l'imputato e la mamma della ragazza uccisa, Alessandra Verni

Perugia, 25 gennaio 2023 - "Adesso si viene a chiedere anche a un carnefice se vuole partecipare all'udienza oppure no. Mettiamogli pure un tappeto rosso a questo punto". Non contiene la rabbia Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro, oggi a Perugia in occasione del processo di appello bis per la morte della diciottenne uccisa a Macerata nel gennaio del 2018. Nell'aula della Corte d'assise d'appello si è sfiorato lo scontro tra la mamma di Pamela e Innocent Oseghale, il nigeriano già condannato per l'omicidio della giovane e per il quale oggi si è celebrato nel capoluogo umbro un appello bis per la sola accusa di stupro. 

L'imputato Innocent Oseghale oggi a Perugia e Pamela Mastropietro (Foto Crocchioni/Ansa)
L'imputato Innocent Oseghale oggi a Perugia e Pamela Mastropietro (Foto Crocchioni/Ansa)

Il momento di tensione c'è stato dopo che il presidente della Corte ha chiesto a Oseghale se avesse intenzione di partecipare alla prossima udienza (il processo è stato rinviato al 22 febbraio 2023). L'imputato, dopo essersi confrontato con il suo legale, ha detto di no. La donna a quel punto ha commentato a voce alta il passaggio. "Adesso si viene a chiedere anche a un carnefice se vuole partecipare all'udienza oppure no. Mettiamogli pure un tappeto rosso a questo punto", ha detto al termine la madre di Pamela. 

Uscita dall'aula, con gli occhi pieni d'ira, la madre di Pamela ha gridato ai giornalisti: "Mi aspetto giusitizia da questo processo, quello che chiedo da cinque anni, giustizia. Ergastolo a vita per chi fa queste cose, Oseghale e tutti i suoi complici devono pagare". "Pamela è stata violentata - ha aggiunto -, è stata bastonata in testa, è stata torturata, è stata fatta a pezzi. Mi aspetto adesso che lo Stato, la giustizia, le Procure facciano il loro dovere perché non si può permettere che dei carnefici girino a piede libero in una città, in Italia, perché nel nostro Paese questo non può essere accettato".