Omicidio Polizzi, condannato all'ergastolo esce dopo 7 anni. "Dolore per la famiglia"

Riccardo Menenti in libertà per decorrenza dei termini. Ora si attende la Cassazione

Riccardo e Valerio Menenti

Riccardo e Valerio Menenti

Perugia, 16 gennaio 2020 - E' tornato in libertà Riccardo Menenti, l'assassino di Alessandro Polizzi, già condannato all'ergastolo per l'omicidio del giovane perugino e per quello tentato di Julia Tosti. Ne dà notizia il Corriere dell'Umbria.

Riccardo Menenti è uscito dal carcere di Terni il 10 gennaio scorso, come disposto dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze che aveva indicato questa data già nella sentenza emessa il 19 giugno dello scorso anno qualora non fosse intervenuta nel frattempo una sentenza definitiva. Ma nel frattempo non c'è stata altra pronuncia: dopo i ricorsi in Cassazione presentati dagli avvocati di Riccardo e Valerio Menenti, l'udienza deve essere ancora fissata. I suoi legali chiedono per lui il riconoscimento delle attenuanti generiche.

"Riccardo Menenti in sei anni e mezzo è stato un detenuto modello: ha studiato sostenendo esami universitari, ha lavorato, non ha mai ricevuto un rimprovero. Pentito già da tempo, è cambiato profondamente. Ora fuori dal carcere, vive con ansia l'attesa di un nuovo verdetto che potrebbe cambiargli notevolmente la vita". Così l'avvocato Giuseppe Tiraboschi, difensore di Riccardo Menenti. Il suo assistito, ricorda il legale all'Adnkronos, "è tornato in libertà da qualche giorno per decorrenza del termine della misura cautelare". La sentenza dell'Appello-bis, celebrato a Firenze ha confermato le condanne ma ha ridotto la pena (16 anni e mezzo) al figlio di Riccardo, Valerio Menenti, per concorso in omicidio.

"Abbiamo presentato ricorso in Cassazione ma l'udienza non è stata ancora fissata - spiega Tiraboschi - Chiediamo per Riccardo il riconoscimento delle attenuanti generiche e quindi un diverso conteggio della pena". Che, ipoteticamente, potrebbe prevedere tra i 27 e i 30 anni. Comunque non sarebbe più ergastolo.

Tiraboschi punta il dito contro la sentenza di Firenze, a suo giudizio "labile, contraddittoria, striminzita": il delitto "o efferato o non lo è, non può esserlo a seconda di casi se prendiamo in considerazioni aggravanti e attenuanti. Nonostante l'eliminazione delle aggravanti, è stato mantenuto l'isolamento diurno per 18 mesi. E comunque, a marzo fanno sette anni dalla vicenda, potevamo chiudere questo capitolo in Corte d'Assise a Firenze e invece no. Ora vedremo in Cassazione".

"Doloroso e incomprensibile per i familiari aver appreso che l'assassino di Alessandro è libero dopo poco più di sei anni". Lo dice all'Adnkronos Nadia Trappolini, legale della famiglia di Alessandro Polizzi. "Ci auguriamo ora - aggiunge il legale -che il processo davanti alla Cassazione si celebri in tempi rapidissimi. Si possa finalmente mettere la parola fine allo strazio della famiglia di Alessandro. Ci aspettiamo una conferma della condanna".

"Riccardo Menenti pentito? Non ci risulta. In tanti anni - racconta l'avvocato Trappolini - non c'è stato mai un segnale: nelle aule di giustizia siamo stati fianco a fianco ma nemmeno uno sguardo. A parte le parole di circostanza pronunciate davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze, che secondo i genitori della vittima sono state strumentali, volte all'ottenimento delle attenuanti, non ha mai chiesto scusa. Ben più grave il fatto che non si sia mai pentito. Un ulteriore dolore per i familiari".