Nuove accuse contro Palamara che ’insorge’ in aula

La procura di Perugia deposita nuovi documenti contro l’ex magistrato e modifica l’imputazione: corruzione per atti contrari

Luca Palamara

Luca Palamara

Allo scoccare delle nuove accuse di corruzione contro Luca Palamara, nell’aula del gup Piercarlo Frabotta che deve decidere sul rinvio a giudizio, l’ex magistrato esplode in un’irrituale levata di scudi sentendosi attaccato - sostiene - per il rievocare, agli atti, la relazione con la coimputata che avrebbe goduto dei benefit economici targati Centofanti. Esce dall’aula ma poi chiede scusa. La procura di Perugia, rappresentata dal procuratore Raffaele Cantone e dai pm Gema Miliani e Mario Formisano ha infatti modificato il capo di imputazione contestandogli i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione in atti giudiziari.

Stessi addebiti mossi all’imprenditore Fabrizio Centofanti e ad Adele Attisani. I magistrati del capoluogo umbro hanno depositato nuovi documenti tra cui un’informativa della Guardia di finanza e i verbali dell’avvocato Piero Amara, di Renato Panvino, già capo centro Dia a Catania e ora vicario alla Questura di Nuoro (l’uomo che acquistò l’anello a rate per conto del magistrato). In particolare dal nuovo filone di accuse emerge che Palamara avrebbe acquisito notizie riservate, in merito alle indagini in corso anche sul ’sistema Siracusa’ da colleghi delle procure di Roma e Messina che sarebbero poi state divulgate a Centofanti e, da lui, ad Amara.

A informare l’ex magistrato dell’indagine messinese sarebbe stato Vincenzo Barbaro, all’epoca procuratore facente funzioni a Messina, ora procuratore generale della stessa città. Amara che fu poi arrestato, insieme a Centofanti, proprio nell’ambito dell’inchiesta-Siracusa è stato sentito dai pm perugini. Le ’famose’ chat di Palamara sono state poi ’rilette’ dalla Finanza e inserite in una corposa informativa. Dagli atti emergerebbero diversi contatti con il procuratore generale di Messina. Barbaro si è subito detto estraneo alla vicenda. "La rivelazione di notizie è palesemente insussistente, come potrà essere comprovato nelle competenti sedi con inoppugnabile produzione documentale, oltre che con la deposizione di tutti i soggetti che a vario titolo si sono occupati del processo. Per tale ragione preannuncio adeguate iniziative giudiziarie nei confronti dei responsabili". "Non posso esimermi dal rilevare due strane coincidenze temporali". Una è il ricorso per Cassazione contro il patteggiamento dell’avvocato Calafiore, coimputato di Amara.

Eri.P.