Non solo Covid: 9mila con l’influenza Ma i contagi continuano a rallentare

L’Umbria è la regione con la più alta incidenza del virus stagionale. Sars-Cov 2: preoccupa l’aumento dei ricoveri

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Non c’è solo il Covid a tenere a casa migliaia di umbri. Anche l’influenza di stagione si fa sentire e la nostra regione ha l’incidenza più elevata d’Italia insieme alla Lombardia e ben al di sopra della media nazionale. A rilevarlo è l’Istituto superiore di sanità nel rapporto Influnet. In generale va detto che i medici-sentinella che trasmettono i report settimanali sono via via diminuiti, proprio perché la gran parte di essi è alle prese con il Covid e con le tonnellate di burocrazia che ne consegue. Nell’ultima settimana comunque si registra un lieve aumento il numero di casi di sindromi influenzali in Italia soprattutto tra 15 e 64 anni. Il livello di incidenza in Italia è pari a 5,7 casi per mille assistiti. A ben guardare i dati dell’Umbria rivelano un’incidenza molto più elevata che è pari al doppio (10,23 persone ogni mille pazienti).

Questo significa che la settimana scorsa erano a letto con l’influenza circa 9mila persone. E subito viene da fare il paragone con il Sars-Cov 2. Quanti sono stati i cittadini diagnosticati nella prima settimana di gennaio?. Dal sito della Regione emerge che in quella settimana i nuovi positivi sono stati 17.551, quasi il doppio insomma. Senza però scordare l’estrema trasmissibilità della Omicron rispetto alla precedenti varianti. L’anno scorso ad esempio erano stati 1.300 gli umbri a casa con il Covid nella prima settimana di gennaio, ma anche l’incidenza dell’influenza era circa della metà. Come detto anche nella nostra regione il virus stagionale colpisce i più piccoli: nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 13,66 casi per mille assistiti, in quella 5-14 anni a 8,05 nella fascia 15-64 anni a 10,48 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 11,76 casi per mille assistiti. Quest’ultima è più alta rispetto a molte altre regioni, segno che la vaccinazione non è stata così capillare come negli altri anni.

E poi c’è il Covid, con la preoccupazione per i ricoveri che ieri sono saliti a quota 222, dieci i più di martedì e dove restano stabili a 14 i posti occupati in terapia intensiva. Segnalati altri tre morti (36 in 11 giorni) ma si conferma – unica nota rincuorante - la frenata dei positivi che sono stati 2.680 con addirittura una discesa in un giorno infrasettimanale degli attualmente positivi che sono 34.324, 299 in meno di ieri, con un record di 2.976 guariti. E’ insomma da sabato che si hanno segnali importanti di appiattimento della curva. Il tutto scaturito dall’esame di 4.757 tamponi e 14.389 test antigenici, con un tasso di positività un più più alto però: 13,99 per cento contro il 10,1 del giorno precedente.

Michele Nucci