"Non si trova il gas, a ottobre chiudiamo"

L’amministratore delegato delle Cartiere di Trevi Graziosi: "Se entro il 15 settembre non avremo un nuovo fornitore dovremo dire stop"

di Alessandro Orfei

"Siamo qui, con l’elmetto, in guerra". Una metafora che non lascia spazio all’immaginazione quella di Franco Graziosi, amministratore delegato delle Cartiere di Trevi, una delle aziende energivore che il caro-bollette sta mettendo in seria difficoltà. "Dobbiamo trovare un nuovo fornitore di metano entro il 15 settembre – spiega – perché il nostro contratto è in scadenza. Se dal 1° ottobre, partenza del nuovo anno termico, non ci saremo riusciti, ci dovremo fermare per evitare di pagare l’energia al prezzo di default, che è superiore al 40 per cento del prezzo di mercato". Uno scenario difficile, che contraddistingue praticamente tutte le aziende energivore d’Italia. Sempre più complicato trovare fornitori in grado di impegnarsi per un prezzo ‘bloccato’. Non tutti infatti hanno disponibilità di gas o possono garantire sul prezzo futuro. Così iniziano a chiedere garanzie alle aziende: "Ormai chiedono milioni di euro anticipati – dice Graziosi – mettendo in difficoltà le imprese. Per questo penso che debba intervenire il Governo. Un’altra misura da fare è che lo Stato, attraverso le aziende italiane, acquisti il gas prodotto in Italia per ridistribuirlo proprio alle aziende energivore. Sarebbe un modo per sopportare il momento". Tra i problemi, di certo, il fatto che i prezzi facciano riferimento al Ttf, il Mercato di Amsterdam, "soggetto a una fortissima speculazione". Graziosi lancia anche un richiamo forte alla politica: "Mi sembra chiaro che fino al 25 settembre non si muoverà niente, ma penso che chi ci governa si dovrebbe svegliare: è un’emergenza al di là della bolletta del singolo cittadino. Così si stanno indebolendo intere filiere produttive e si avvantaggiano le realtà estere. Indebolendo le cartiere, per esempio, non potrò fornire gli scatolifici o dovrò aumentare i prezzi a tal punto che questi saranno costretti a rivolgersi alla Turchia, dove troveranno prezzi decisamente inferiori. Parallelamente, qualora dovessimo fermarci, dovrò bloccare il conferimento della carta raccolta da Valle Umbra Servizi Spa nel nostro piazzale, dando un duro colpo al ciclo dei rifiuti". Graziosi e il suo staff lavorano da mesi per uscire da questa empasse, consapevoli che non sarà facile.

"Siamo passati da una bolletta di 500mila euro dello scorso anno ad una di 2,6 milioni. Ma siamo ben consapevoli che i veri aumenti arriveranno più avanti, se non ci saranno interventi". Azioni che, per Graziosi, potrebbero essere anche legate ad un ritocco al rialzo del credito d’imposta previsto dal decreto Aiuti. "Sarebbe molto utile se si riuscisse a passare già dal 25% attuale al 50". Intanto le Cartiere di Trevi hanno anche annunciato un ‘Open day’ per il 24 settembre alle 12.