"Non scuotete mai i bimbi, è molto pericoloso"

Il professor Giuseppe Di Cara, direttore della Clinica pediatrica, illustra rischi e danni della “shaken baby syndrome“

Il professor Giuseppe Di Cara

Il professor Giuseppe Di Cara

Perugia, 11 febbraio 2020 - «Può venire istintivo , ma scuotere i bambini è molto, molto pericoloso. Le conseguenze possono essere gravi. E’ come dare pacche sulle spalle a chi ha inalato qualcosa, viene naturale. Ma si tratta di comportamenti inappropriati che mettono a rischio la salute". E’ il professor Giuseppe Di Cara, direttore facente funzioni della Clinica pediatrica del Santa Maria della Misericordia, a spiegare la “shaken baby syndrome“, sindrome del bambino scosso. Che è più frequente di quanto si pensi, spesso frutto di una reazione incontrollata a un pianto inconsolabile e ingestibile del bambino. Non necessariamente un maltrattamento in senso stretto, quanto piuttosto la gestione sbagliata di un momento di crisi. Ma le conseguenze possono essere gravi, molto gravi, addirittura letali. Sulla frequenza dei casi, parlano i numeri: 2-3 piccoli ogni anno che arrivano in ospedale a Perugia. Professor Di Cara, quando si verifica la sindrome del bambino scosso? "La situazione più frequente è il piccolo sostenuto con le mani sotto le ascelle con scuotimenti che lo avvicinano o lo allontanano da chi lo tiene. Lo scuotimento del collo e della testa può creare problemi ai vasi sanguigni, possono determinarsi lacerazioni. I bambini fino a due-tre anni sono più a rischio, per una naturale fragilità vascolare intracranica. I muscoli del collo non riescono ancora a sostenere la testa. La stessa cosa può succedere se si tiene il bimbo appoggiato al braccio, come quando si cerca di fargli passare le coliche: è rischioso sollevarlo e abbassarlo velocemente, con forza". Quali sono i danni che si possono creare? "Sono legati a quanto veemente è stata la ’scossa’ e a quanto è durata. Ci sono poi i fattori predisponenti: i bambini prematuri o con disturbi della coagulazione sono più a rischio. I fenomeni emorragici che si verificano in seguito allo scuotimento danno luogo a una sintomatologia neurologia immediata: sonnolenza o, più raro, episodi convulsivi. Poi ci sono le conseguenze a lungo termine: il bambino può sviluppare alterazioni cognitive con ritardi mentali, paralisi cerebrali infantili, una minore forza su un arto. O, se viene colpita dall’emorragia l’area che governa gli organi di senso, ci si può trovare di fronte a cecità o disturbi dell’udito". Quali sono i sintomi che devono impensierire i genitori? "Il bambino che è stato oggetto di scuotimento può presentare sonnolenza o crisi convulsive. In quest’ultimo caso in bambini vengono sempre portati in ospedale. Nel primo caso, solo una valutazione neurologica del medico può togliere i dubbi". Una volta che il piccolo è arrivato in ospedale, come si interviene? "Dipende dall’entità dell’emorragia: se è meno vasta e non mette a rischio la vita, si procede con una terapia di supporto e una valutazione costante delle condizioni. Se il fenomeno è più importante, diventa necessario l’approccio chirurgico". Quando si conosce l’entità dei danni? "Il fatto che non ci sia sintomatologia persistente è di buon auspicio, ma non sempre gli esami sono predittivi. Dei danni più lievi ci si può accorgere nel tempo, quando il bambino cresce e non sviluppa funzioni che sarebbero proprie della fase evolutiva". Cosa consiglia ai genitori e a chi si prende cura dei piccoli? "Mai, mai scuotere i bambini. Può venire istintivo, ma ci si deve fermare prima. Serve informazione e prevenzione. Per questo abbiamo fatto una campagna a livello regionale, appoggiata dalla Società italiana di Pediatria".