Non autosufficienti, i soldi sono finiti

Gubbio, vertice tra Comune e sindacati. Scatta l’allarme: "Le risorse non bastano, mille anziani a rischio"

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Il mondo sindacale denuncia le proprie preoccupazioni per le risorse destinate dalla sanità al settore della non autosufficienza nella zona dell’Alto Chiascio, tanto da parlare di "emergenza". Una problematica che, aggravata dalla pandemia, riguarda direttamente o indirettamente un migliaio di persone. La situazione è emersa al termine di un incontro svoltosi "tra la struttura dirigenziale del Distretto, Cgil, Cisl, Uil, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Gubbio (Simona Minelli), le organizzazioni dei pensionati Fnp, Cisl, Uilp, Uil, Spi Cgil" incentrato sulle problematiche del delicatissimo settore.

Nel corso dei lavori, collegati con quelli effettuati dal mondo sindacale con i sindaci dei Comuni dell’Alto Chiascio (Gubbio, Gualdo Tadino, Scheggia, Sigillo, Costacciaro, Fossato di Vico), sono state esaminate le problematiche sociali dei singoli territori e "le risposte complessive da dare al disagio dilagante, derivante dalla pandemia e preesistente, dovuto alla non autosufficienza ed all’invecchiamento". Nell’incontro - si legge nel documento diffuso - sono emerse le fragilità delle famiglie e delle persone con disabilità: giovani, adulti ed anziani, "aggravate in maniera esponenziale dalla emergenza Covid" in modo particolare per le persone sole e per le fasce dei giovani adolescenti. Da parte sua la dirigenza del distretto ha illustrato le linee di azione e gli interventi svolti e programmati che coinvolgono "oltre 1.000 sul territorio". Nella circostanza "sono state espresse forti preoccupazioni" perché ancora "non sono state assegnate le risorse 2022-2024 per la non autosufficienza e per i segnali di ridimensionamento del fondi Prina, che determinano una mancanza di liquidità ed una difficoltà programmatoria", mettendo a "rischio la prosecuzione dei servizi, per le persone già in carico, ma che potrebbe comportare anche il blocco per nuovi inserimenti, allungando le liste di attesa, determinando situazioni di criticità molto pesanti".

"Lo stesso adeguamento delle rette per le residenze protette, autorizzato con delibera regionale – prosegue la nota - sta creando un profondo disagio alle famiglie e, in mancanza di risorse per i Distretti, crescono le difficoltà a garantire le integrazioni". La situazione è tale, conclude il sindacato, che "in assenza di interventi da parte della Regione Umbria" porterà "ad uno stop delle prestazioni, in modo particolare per l’assistenza domiciliare e ad un blocco delle erogazioni economiche per le gravi e gravissime disabilità.

G.B.