"Noi, calciatori-lavoratori con i turni di notte"

Il portiere belga Courtois scatena la polemica: "Giocare stanca". Ma dalla serie D all’Eccellenza tutti hanno un impiego oltre al pallone

Un pallone da calcio

Un pallone da calcio

Courtois chi? La polemica scatenata dal portiere belga: "Giochiamo troppe partite, siamo stanchi" tiene banco in questi giorni. Con tanto di reazioni da ogni dove. Su tutte quella del presidente degli allenatori italiani Renzo Ulivieri che non è andato tanto per il sottile con il portiere del Real: "Invito Courtois ad andare in una conceria e vedere come lavorano gli operai per capire cosa è davvero la fatica".

Lavoro più allenamento è un binomio ormai inscindibile anche fra i dilettanti umbri. Solo in serie D c’è chi non lavora. Dall’Eccellenza a scendere ormai nessuno vive più di calcio, soprattutto dopo la pandemia. In serie D anche i big lavorano. Un caso su tutti quello del fantasista del Trestina Walid Khribech. Per lui part time nell’azienda del presidente Bambini, 5 allenamenti e la gara della domenica. "Devo ringraziare il presidente perché lo scorso anno lavoravo dalle 7 alle 14 e oggettivamente era dura. Adesso faccio 8-13 e mi riposo di più. Lunedì poi faccio il turno di pomeriggio. Bisogna imparare a gestirsi ma bisogna anche pensare al futuro e alla vita di tutti i giorni".

Khribech che in estate avrebbe potuto approdare in club di serie D a vincere… "Qui ho trovato una società d’oro. Mi vogliono bene, mi hanno dato un’opportunità di lavoro. Finché posso cercherò di ripagare sul campo la loro fiducia". Intanto la sveglia suona puntuale tutte le mattine, a differenza degli altri 4 compagni di casa… "Beati loro. Giocano e studiano. La sera mettiamo un film su Netflix ma io alle 21,30 mi addormento e loro si divertono a farmi foto e video. Poi magari mi sveglio per andare in bagno e loro ancora devono andare a letto. Giocano con la play, fanno sfide di Formula 1 e dalla stanza accanto sento i motori che sfrecciano… Beata gioventù...". Detto da un classe ‘95 fa un certo effetto.

Poi ci sono anche i classe ‘83 che di appendere gli scarpini al chiodo non vogliono proprio saperne, nonostante una moglie, una figlia di 4 anni e un’altra in arrivo. Per Lorenzo Raggi la sveglia suona alle 5.50. "Puntuale tutte le mattine". Via al lavoro nella ditta di famiglia che si occupa di costruzioni. Fantasista dai piedi buoni in campo, "al lavoro sono un medianaccio. Faccio anche il manovale se c’è bisogno". Quattro giorni a settimana allenamento alle 17. "Alle 19 fischia Sabatini e via a casa a dare una mano a mia moglie. Fino a 31 anni non sentivo niente. Ora comincio ad accusare, ma prima di smettere voglio riportare la Narnese dove merita".

E che dire di Stefano Bartolini? L’attaccante-infermiere classe ‘87 ormai ha fatto il callo con i turni di notte e a Lama lo sanno bene ma, pur di apprezzare le sue giocate, spesso e volentieri risolutive, sono disposti a tutto. "Stefano – sottolinea il tecnico Francesco Farsi – fa mille sacrifici. Qualche volta capita anche che si trova a fare il turno di notte il sabato e la domenica viene a giocare. Come fa? Cerca di riposarsi il più possibile.

Come lui anche altri ragazzi che sono costretti a saltare magari un allenamento a settimana perché fanno un turno di lavoro il pomeriggio. A quel punto si allenano da soli la mattina. Serve mentalità, voglia di fare e tanta passione, il vero motore del dilettantismo". Chissà cosa ne penserà il buon Courtois...