No-vax sospesa chiede risarcimento, ’no’ del giudice

Respinto il ricorso di una psicologa del carcere. Il magistrato del lavoro dà ragione all’Usl2

Migration

Il giudice del lavoro Manuela Olivieri ha respinto la richiesta di risarcimento di 15mila euro avanzata da una psicologa in servizio al carcere di Sabbione (nella foto) e che l’Usl2 aveva sospeso dal lavoro per tre mesi, senza stipendio, in quanto la professionista non si era sottoposta al vaccino anticovid. In particolare la dottoressa, rientrata poi in servizio dopo aver contratto il virus e quindi con certificazione ’verde’, aveva inutilmente reclamato la possibilità di essere adibita a mansioni che non comportassero contatti ravvicinati o interpersonali. "Risulta alquanto improbabile - si legge in sentenza - che la ricorrente, nello svolgimento dell’incarico di pisicologa nella Casa circondariale di Terni, potesse osservare in modo costante e continuativo la distanza interpersonale (in modo non soltanto tendenziale ma rigoroso, per non dire dell’utilizzo del Dip da parte dei detenuti) sia con colleghi, sia con il personale addetto alla sicurezza dei luoghi e con i pazienti-detenuti, a fronte del rischio di contagio da covid19 nei luoghi di lavoro (oggetto di normative nazionali e dell’Unione europea), tenuto conto proprio della tipologia delle mansiomni espletate dalla stessa e dalla specificità del contesto lavorativo , di talchè il rifiuto di sottoporsi alla vaccinazione, non giustificato da cause di esenzione né da specifiche condizioni cliniche, costituisce (a prescindere dall’esistenza di uun obbligo vaccinale in capo alla categoria degli psicologi) impedimento di carattere oggettivo all’espletamento dell’attività lavorativa". La dottoressa è stata assistita dall’avvocato Carlo Grillo; l’Usl2 dall’avvocato Sirio Centofanti.

Ste.Cin.