Avevano persino nascosto un ingente quantitativo di droga, tra cui cocaina e crack, negli ingranaggi dell’ascensore del condominio dove i carabinieri insieme alle Unità Cinofile hanno poi effettuato il sequestro. In un’occasione erano arrivati a picchiare un uomo per debiti di droga. Ora in sei sono finiti nei guai- tre italiani e tre persone di origine straniera- accusate a vario titolo di spacciare droga in Altotevere, soprattutto nell’Umbertidese (almeno 40 le cessioni documentate). Ieri mattina, 15 novembre, i carabinieri della Compagnia di Città di Castello, insieme alle unità cinofile di Firenze, hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare nei confronti di tre persone di nazionalità italiana -di cui due destinatarie della misura in carcere e una associata agli arresti domiciliari, con applicazione di braccialetto elettronico. L’operazione ieri mattina si è concentrata tra Umbertide e Pierantonio a conclusione delle indagini nell’ambito delle quali sono state indagate in tutto 6 persone. I carabinieri hanno documentato circa 40 episodi di spaccio, arrestato una persona in flagranza con 80 grammi di cocaina, sequestrati in tutto attorno ai 120 grammi della stessa sostanza e 150 grammi di crack; segnalati all’autorità amministrativa quattro persone per uso di stupefacenti. I provvedimenti giungono a margine di quella che i Cc definiscono una "complessa attività di indagine" svolta dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Città di Castello coordinato dalla Procura della Repubblica di Perugia per l’ipotesi di reato di detenzione e spaccio continuato e in concorso di droga. I fatti contestati sono avvenuti nel territorio del comune di Umbertide tra l’ottobre 2021 e l’estate scorsa (luglio 2022). I tre finiti in carcere erano soliti nascondere la droga mettendo in atto abili tecniche di occultamento: in un’occasione la sostanza era stata nascosta anche sopra gli ingranaggi del vano ascensore di un condominio, luogo in cui è stato operato un considerevole sequestro da parte dei militari. Le due persone raggiunte dalla custodia cautelare in carcere, sono indagate anche per l’ipotesi di reato di estorsione, in relazione ad un episodio in cui avrebbero colpito con schiaffi, calci e pugni, un consumatore con il fine di costringerlo a saldare debiti progressi accumulati nei loro confronti.