Perugia e le norme anti-covid, il sindaco: "Mappiamo le zone calde della movida"

Il sindaco critico sulla decisione di ’scaricare’ sui Comuni il peso degli assembramenti

Il sindaco Romizi

Il sindaco Romizi

Perugia, 20 ottobre 2020 - Andrea Romizi resta pacato ma dentro gli ribolle il sangue. "E’ uno scaricabarile sui sindaci che non sono stati coinvolti nella fase della valutazione e adesso vengono investiti senza fornire elementi adeguati e creando chissà quali aspettative". Cosa pensate di fare? "Non ci sottrarremo, questo è chiaro, perché lavoriamo per la collettività. Stiamo approfondendo lo strumento con l’assessore Merli e la protezione civile ma la situazione non sembra semplicissima". Ma renderete operativa la disposizione? "Non è facile intervenire in ogni angolo della città e c’è il rischio che, chiusa un’area, il flusso di persone si scarichi su un’altra". Cercherà un confronto? "Ovviamente con il prefetto e con il questore per tutte le valutazioni sui controlli. Noi non abbiamo personale a sufficienza e stiamo facendo una mappatura, in base all’esperienza pregresse, sulle aree che creano tensione. Al di là di quelle già note". Il triangolo di piazza Danti ad esempio? "Abbiamo cercato di gestirla con altri strumenti fino ad ora. Ma in alcuni momenti è quella che si è rivelata la zona più calda. Anche se ultimamente è andata meglio, complice anche il cambio di stagione. È un elemento che ha consentito di contenere il numero di fruitori che invece, ad agosto, era impressionante. C’è stato un gran lavoro della protezione civile che ha dato indicazioni e fornito dispositivi di sicurezza e abbiamo registrato una presenza rafforzata delle forze dell’ordine". Potrete disporre chiusure a tempo? "Ritengo sia uno strumento elastico da utilizzare se serve". Quindi valutare l’applicazione per il week-end? "Fortunatamente il Dpcm non è uscito giovedì sera quindi ci prendiamo due giorni per tutte le valutazione e i confronti. Questo non toglie la valutazione critica sulla decisione. Siamo disorientati e non abbiamo condiviso questo passaggio. Parlo per me ma anche molti colleghi di altri schieramenti politici sono arrabbiati".

Anche il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini (sindaco di Deruta) critica la norma inserita nel Dpcm che, di fatto, scarica sui sindaci la responsabilità del "coprifuoco". "È una critica di metodo e nel merito - afferma il presidente Toniaccini - perché nelle diverse riunioni cui Anci ha partecipato non era mai emersa questa eventualità. Pur comprendendo che lo stato di emergenza che stiamo affrontando è del tutto anomalo e sottolineando che Anci non si è mai sottratta né a collaborare, né ad assumersi responsabilità, tuttavia non è accettabile questa ipotesi. Sappiamo che il presidente Decaro si è subito messo in contatto con il premier Conte e sebbene la norma sia stata smussata e sia stato tolto il riferimento diretto ai Sindaci, resta, però, la responsabilità delle procedure e la scarsa chiarezza sui ruoli".

«Anci Umbria - spiega - premerà affinché la norma venga ulteriormente modificata. In ogni caso, l’Associazione continuerà a impegnarsi, per quanto di propria competenza, anche per collaborare con le forze dell’ordine". In proposito, il presidente Toniaccini sta valutando la possibilità di chiedere ai Prefetti di Perugia e Terni "la convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con Regione Umbria, forze dell’ordine e Usl, anche per fare una mappatura delle aree più a rischio".