Movida a Perugia, un sabato sera di cene e passeggiate. Ma senza ressa

A Perugia la 'stretta' era stata decisa dal sindaco Andrea Romizi con la chiusura di bar e locali alle 21, dopo che la sera precedente la movida era stata vissuta tra assembramenti e qualche rissa

Una veduta di Perugia durante la fase 2

Una veduta di Perugia durante la fase 2

Perugia, 24 maggio 2020 - Il primo sabato sera post lockdown a Perugia è scivolato via tra cene nei ristoranti, passeggiate tra amici e controlli serrati delle forze di polizia in centro storico e nella zona di Fontivegge. Con gli aperitivi e le cene tornati anche sui lungo lago del Trasimeno.

Ma anche qui nel rigoroso rispetto delle norme di distanziamento. A Perugia la «stretta» è stata decisa già ieri mattina dal sindaco Andrea Romizi con la chiusura di bar e locali alle 21, dopo che la sera precedente la movida era stata vissuta tra assembramenti e qualche rissa. Fatti che sono stati stigmatizzati dai gestori degli stessi locali perugini.

«Stavamo facendo un un buon lavoro e avremmo vissuto un bel primo fine settimana, ma è stato tutto rovinato da quanto accaduto venerdì sera», ha raccontato all'Ansa, Gianni Secoloni. «Più controlli servivano già venerdì sera così da evitare una nuova chiusura», ha sottolineato il proprietario del ristorante «Da Cesarino» che comunque si è detto anche «fiducioso per il futuro».

Marco Cacchiella, invece, ha cercato in parte di giustificare l'esuberanza del venerdì sera. «Dopo due mesi di quarantena - ha detto - è anche un pò normale che la gente avesse voglia di uscire e divertirsi». E sull'andamento degli affari ha spiegato che «nonostante tutto ci siamo difesi». Chi invece ritiene che anche il sabato sera sia stato piuttosto «affollato» è il giovane gestore de «Il testone» che si trova all'ombra del tribunale. «Se devo pensare al locale dico che sono state serate buone - ha spiegato - ma vedo un pò troppa gente in giro e questo un pò spaventa».

Quando è ormai la mezzanotte tre amiche passeggiano a ridosso della fontana Maggiore in piazza IV Novembre, la serata ormai volge al termine. «È la prima volta che riusciamo tutte insieme, ed effettivamente è un pò strano - hanno raccontato - ed è strano anche parlare con le mascherine, è come se togliessero un pò la tranquillità nel conversare».

Per molti perugini il primo sabato «in libertà» è iniziato già nel pomeriggio con una passeggiata sul lungolago del Trasimeno. Aperitivi «distanziati», cene a base di capitone e frittura mista e un tramonto mozzafiato sono stati i richiami per decine di persone che si sono riversati nel piccolo porticciolo di San Feliciano. Anche se i numeri del pre-coronavirus sono ben lontani. «Questo sabato è andato abbastanza bene - ha spiegato il giovane ristoratore Matteo Muschi - ma per tutta la settimana non c'è stato nessuno». Ludmilla del «Chiostro» si è detta soddisfatta per come è andata la giornata mentre prepara l'ennesimo cocktail: «È stato un pomeriggio vivace e ora attendiamo i turisti magari dal resto d'Italia». Francesco Vecchini ha il suo ristorante proprio affacciato sul lago e offre una chiave di lettura nuova sul distanziamento dei posti: «Per il cliente - ha spiegato - aumenta la qualità dello stare a cena, così si ritorna al ristorante come a casa propria».